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Zoina (Gd): “Riavvicineremo i più giovani alla politica. Referendum? Tentativo di distinguersi dal Governo”

Berardino Zoina, lei è stato da poco eletto nella Direzione Nazionale dei Giovani Democratici. Quali sono gli obiettivi che si pone per questo incarico?

“La mia elezione è il risultato dell’impegno di una squadra che in questi anni si è prodigata con passione e spirito di abnegazione per  provare a costruire il futuro della nostra generazione. Nella nostra provincia abbiamo tante ricchezze naturali poco valorizzate, che potrebbero creare sviluppo e un futuro ai giovani. Siamo di fronte alla disoccupazione giovanile che supera il 60% e i giovani lasciano la propria terra d’origine per studiare o lavorare altrove.”

Berardino Zoina

Dopo un lungo periodo di assenza, è rinata la giovanile Pd in provincia di Avellino. Si riparte da dove?

“Grazie alla responsabilità e al coraggio di molti di noi, abbiamo ristabilito una situazione di normalità. Per ridurre le distanze tra i giovani e la politica occorre un’organizzazione partitica per dare continuità e solidità alle iniziative. Ciò significa che non è mai troppo tardi per legittimare una rappresentanza territoriale. Nel corso di questi anni, molti giovani si sono impegnati senza l’appartenenza al movimento giovanile. Ora non possiamo deludere. Molti miei coetanei si interessano di politica ma sono sfiduciati dai partiti, soprattutto a loro dobbiamo rivolgerci, il futuro appartiene a tutti noi.”

Si avvicinano le Amministrative, un appuntamento importante per testare lo stato di salute del Pd Irpino. Come le si affronta secondo lei?

“La prossima scadenza è importante non solo per il numero dei comuni al voto. Il rinnovo dei consigli comunali sarà l’occasione di stabilire la linea politica rispetto a tante questioni: area vasta,  progetto pilota e, in generale, l’utilizzo dei fondi europei. Ecco, sono questi i temi che disegnano lo sviluppo della provincia dei prossimi anni. Occorre una sinergia tra partito e sindaci per costruire una visione di provincia e per non salvaguardare soltanto  il proprio campanile. Bisogna rafforzare il radicamento del partito nei comuni, io non credo ai patti civici (in nome del buon governo conosciamo tutti gli esiti dei tempi berlusconiani).  Il civismo nei comuni è l’esempio della crisi di rappresentanza dei partiti.”

Tengono banco nell’attualità politica le questioni relative all’acqua ed al Referendum No triv. Qual è la sua posizione in merito?

“Invece di riflettere sulle politiche energetiche dell’Italia, il referendum di aprile mi sembra più l’ennesima prova di forza per distinguersi dalla politica del governo e della maggioranza del Pd e, in alcuni casi, per rivendicare un consenso territoriale che nulla a che fare con il quesito referendario. Personalmente non ho ancora deciso se andare a votare. L’espressione del voto è un diritto e un dovere ma ricordiamoci che i Padri Costituenti vollero il quorum proprio per evitare di prevedere come obbligo l’esercizio del diritto al voto.

Sulla questione acqua le posso dire che proprio su questi temi va compresa l’importanza del partito e della sinergia con gli amministratori, senza dimenticare la sovranità dei consigli comunali per la gestione  dei servizi pubblici locali. La disaffezione dai partiti va contrastata proprio su questi temi che toccano da vicino la vita del cittadino, attraverso scelte chiare e coraggiose.”

Il Pd provinciale punta al prossimo Congresso. Che ruolo avranno i giovani democratici e come ne uscirà il Pd?

“Non siamo e non vogliamo essere l’ennesima corrente, area o compagine del Partito Democratico, ma un movimento giovanile che sappia mettere a disposizione del partito le proprie proposte che riguardano da vicino i giovani, attraverso un confronto continuo con i parlamentari, gli amministratori locali e  i dirigenti. Il partito deve uscirne rafforzato, non basta un click per cambiare, non si possono sostituire i partiti.”

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