Una struttura inutilizzata dove c’è invece bisogno di servizi sul territorio. Questo è l’ex Ospedale San Giacomo di Monteforte Irpino che oggi cade in rovina a causa della chiusura dei quasi 2/3 della struttura sanitaria e dell’incuria che rende la maggior parte dell’edificio oggetto di atti vandalici che si aggiungono al naturale degrado. A riaccendere i riflettori sull’edificio di via Legniti, che oggi è solo parzialmente utilizzato dall’ASL di Avellino come presidio ospedaliero è Francesca Zarbo, segretaria del PD di Monteforte. “E’ inconcepibile – dichiara la Zarbo – che a sette anni dalla stipula del protocollo di Intesa (oramai carta straccia) siglato da ASL, Regione e Ospedale Moscati la struttura, che era di riferimento per tutto l’area che si estende ad Ovest di Avellino fino al baianese, offra solo pochi dei servizi elencati nel protocollo che sembrava aver messo la parola fine a una lunga lotta popolare sulla chiusura dell’Ospedale. Nel 2011 – ricorda ancora l’esponente del Partito Democratico – il gruppo consiliare Centrosinistra per Monteforte presentò un’interrogazione al Consiglio Comunale per chiedere spiegazioni sulla proposta avanzata dalla Giunta all’ASL di Avellino di concedere alla Comunità Montana Partenio- Vallo di Lauro l’uso dei locali non utilizzati della struttura. Non ci si spiegava, infatti, cosa avesse ispirato tale proposta, quando c’era invece la necessità di dare seguito alle promesse fatte in sede di protocollo. Ed oggi siamo ancora qui a vedere cadere in rovina un luogo che potrebbe soddisfare le esigenze soprattutto delle persone più anziane. Senza contare che potenziare la struttura sanitaria di Monteforte, che oggi occupa solo un terzo dei 10.000 metri quadri dell’intero fabbricato, porterebbe un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, fungendo da Presidio Sanitario Intermedio (c.d. ospedale di secondo livello) per gli oltre 40 mila utenti afferenti al comune di Monteforte Irpino e ai comuni del Baianese costituendo un indispensabile “filtro” nei confronti del Moscati di Avellino che versa, di fatto, in una situazione di estrema difficoltà, non riuscendo a soddisfare, adeguatamente, le esigenze di tutta l’utenza che, quotidianamente, si reca presso la struttura di contrada Amoretta.