Un water di un romantico color celeste, abbandonato nel verde sul ciglio di una strada provinciale, ma un’immagine tutt’altro che poetica. Un’immagine di degrado ambientale ma soprattutto sociale e culturale. Potrebbe tranquillamente rappresentare l’immagine emblema del nostro tempo, dell’incoscienza, del menefreghismo nei confronti delle generazioni che verranno, del poco amore per la nostra terra.
La tazza dismessa insieme ad altri residui dei lavori di rifacimento di un bagno, è stata abbandonata in una curva, nei pressi dell’innesto delle provinciali 271 e 106, tra i territori di Bonito e Mirabella Eclano. Ma l’esatta localizzazione a questo punto poco importa perché immagini come queste sono frequenti. Troppo frequenti.
Inutile dare le colpe alle amministrazioni che non pulisco, alle polizie municipali che non vigilano, fanno ciò che possono, elevano tante multe per abbandono rifiuti, spesso ne diamo notizia; neanche è pensabile piazzare foto-trappola in ogni angolo d’Irpinia, comprese zone di campagna. Il problema siamo noi, la nostra mentalità, il non voler comprendere che quella strada, quella campagna, quel verde è nostro, andrebbe trattato come casa nostra, ed è quello che lasceremo ai nostri figli.
Certamente molti adesso si dissoceranno perché sono cittadini civili che fanno la differenziata, che smaltiscono correttamente gli ingombranti e non gettano per strada nemmeno un piccolo pezzettino di carta. Epperò ci sono queste mele marce che vanificano l’impegno e la sensibilità di altri e danno un’immagine della nostra terra pessima, degradata, incivile, mentre si tenta di creare un indotto turistico, di far arrivare turisti, di far sapere loro che qui da noi c’è tanto da vedere, ci sono i monumenti, ci sono i paesaggi, c’è l’aria buona e la natura verdeggiante. Epperò ci sono anche i “cessi” lungo le strade.