Volley, Labate: “La vera Acca non è quella di Pescara”

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Acca montella
Acca montella

“Contro la Dannunziana Pescara vogliamo vincere, anche solo per riscattare la sconfitta dell’andata, arrivata al termine della gara che, forse, abbiamo giocato peggio nel corso di questa stagione”.

Alessandra Labate – 34enne opposto brindisino alla sua seconda stagione consecutiva con la maglia dell’Acca Montella – chiede alle sue compagne una prova di orgoglio, pure per alimentare il rammarico di aver buttato via tante occasioni di agganciare la zona play off. A cinque giornate dal termine e senza la possibilità di centrare il traguardo della post season, è difficile trovare gli stimoli giusti per dare il massimo: “E’ dura, ma ci stiamo allenando con grande intensità e ci stiamo dando costantemente nuovi stimoli. Vogliamo chiudere al meglio il campionato e provare a dare fastidio alle avversarie in lotta per le posizioni play off”.

Alessandra, cosa non ha funzionato?

Abbiamo sbagliato l’approccio e abbiamo perso alcune partite che avremmo dovuto e potuto vincere. Può essere dipeso dalle pressioni che quest’anno abbiamo inconsciamente avvertito, dall’inesperienza di alcune di noi che erano alla prima stagione di B1: adesso non ci resta che dare il massimo per provare a chiudere nel migliore dei modi una stagione in cui non siamo riuscite a centrare gli obiettivi della final four di coppa Italia e del raggiungimento dei play off.

Sei alla seconda stagione a Montella: che differenze hai notato? E’ sembrato che il gruppo fosse meno unito rispetto all’anno precedente: credi che questo possa aver influito?

Ho giocato, e non è il caso di Montella, in squadre in cui fuori dal campo alcune atlete non si salutavano neppure. In palestra, per gli allenamenti, ed in campo, nelle partite, tutte abbiamo il medesimo obiettivo: dare il massimo per la maglia che si indossa. Non credo che questo possa avere influito, anche perché le uniche difficoltà riscontrate sono quelle di un normale gruppo di dodici ragazze che non hanno lo stesso carattere. Mio padre, da allenatore, ha sempre affermato che non guiderebbe mai una squadra femminile.

Domenica, intanto, arriva Pescara: che gara dobbiamo aspettarci?

Una partita da vincere a tutti i costi, anche solo per riscattare quel brutto tre a zero dell’andata. In Abruzzo abbiamo giocato una delle nostre peggiori partite: dobbiamo dimostrare che non siamo quelle viste un girone fa.

Il campionato si avvia a conclusione: che effetto fa, da brindisina, non vedere più in campo la squadra della tua città?

E’ un fallimento ma, ormai, siamo abituati. Puntualmente, riusciamo a rovinare tutto quanto di bello creiamo: la nuova società, intorno alla quale c’era molto del gruppo con il quale ho mosso i miei primi passi, ha avuto il merito di riavvicinare alla pallavolo molti giovani che si erano allontanati per mancanza di punti di riferimento. Era una squadra a cui ero affezionata e immaginavo di chiudere la carriera nella mia città.

Con Brindisi fuori gioco potresti immaginare di giocare ancora a Montella. Resterai in Irpinia?

E’ presto per parlare di futuro, anche perché quella in corso è una stagione particolare per tanti aspetti. E’ certo, però, che voglio continuare a giocare. Mi sono trovata bene in Irpinia ed a Montella ho trovato una società seria: sarei contenta di proseguire questo percorso ma i matrimoni si fanno in due.

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