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Vivere 120 anni grazie ad un farmaco antidiabete: al via i test

L’Irpinia è una terra che pullula di centenari. In una statistica di 4 anni fa realizzata dall’Istat la provincia di Avellino risultava detenere il record di longevità della Campania, con una media di centenari dello 0,24 ogni mille abitanti. L’Irpinia era ben oltre la media campana che stazionava sullo 0,18. I super nonni irpini nel 2011 erano 109: 30 uomini e 79 donne.

La concentrazione più alta si registrava nella zona della Baronia. Attualmente tanti arzilli nonnetti continuano a spegnere le 100 candeline come abbiamo puntualmente riportato sul nostro portale, sottolineando e celebrando queste speciali occasioni.

Il 25 novembre scorso Sant’Angelo dei Lombardi e Paternopoli hanno festeggiato il secolo di vita rispettivamente di Gerarda Mignone Sena e di Mariaconsolata Di Rienzo.

Ancora a Paternopoli, il 24 ottobre scorso è stata la volta di Adelina Barbieri a cui amici, figli e nipoti hanno voluto tributare un segno di amicizia e di affetto. Stesse celebrazioni a Casalbore per Rosina Perito che lo scorso 2 ottobre ha messo alle sue spalle 100 anni di vita. Sono del 2 luglio scorso i festeggiamenti a Calabritto per Italia Carlucci con tutto il paese irpino che si è stretto intorno alla nonnina. Il comune di Montoro risulta essere una terra di centenari, a dispetto dell’inquinamento della “Solofrana”. Spulciando i dati anagrafici, infatti, viene fuori che sono quattro i cittadini che hanno superato il traguardo delle cento candeline.

L’Irpinia, quindi, è una terra in cui si possono raggiungere i 100 anni con assiduità: un traguardo possibile grazie al rispetto per le tradizioni, all’aria salubre della nostra provincia ed al tenore di vita. Certo è che gran parte dei fattori che ti permettono di raggiungere il traguardo dei cent’anni sono al di là del nostro controllo, anche perché la longevità dipende in parte dalla genetica e dalla storia medica, nonché dalle abitudini, dei tuoi genitori e persino dei tuoi nonni.

Ma uno studio medico, riportato in un articolo dal “Telegraph”, apre le porte ad un nuovo incredibile risultato: un farmaco anti-diabete potrebbe essere un’arma efficace anche per combattere l’invecchiamento. La metformina, questo il nome della molecola, è già stata testata a questo proposito sugli animali, allungandone la vita media.

La Food and Drug Administration ha ora dato il via libera alla sperimentazione sull’uomo, per capire se gli effetti siano analoghi. Gli scienziati sono ottimisti e il farmaco potrebbe riuscire a rallentare il tempo che passa migliorando la qualità della vita e facendoci raggiungere i 120 anni.

“Ritardare l’invecchiamento significa anche rallentare tutte le patologie correlate – spiega Gordon Lithgow, esperto scozzese del Buck Institute for Research on Ageing in California e tra i consulenti dello studio – questo è rivoluzionario. Non è mai accaduto prima. Vent’anni fa l’invecchiamento era un mistero biologico. Oggi stiamo iniziando a capire come funziona”.

Significherebbe anche entrare in una nuova era, quella della ‘geroscienza’, in cui i medici, invece di combattere singole malattie come cancro, diabete e demenza, tratterebbero l’intero meccanismo dell’invecchiamento.

La sperimentazione realizzata finora ha dato esiti favorevoli.

Un gruppo belga l’ha testato sui vermi C. elegans, dimostrando che non solo gli organismi invecchiavano più lentamente, ma si mantenevano in buona salute più a lungo.
Vita prolungata del 40% e ossa più forti anche per i topi trattati con il farmaco.

Il nuovo trial clinico in partenza il prossimo inverno negli Stati Uniti si chiama Tame, Targeting Aging with Metformin, e scienziati di diversi istituti stanno raccogliendo fondi e reclutando 3 mila persone tra i 70 e gli 80 anni.

“La percezione è che stiamo cercando la fonte dell’eterna giovinezza – commenta Stephanie Lederman, executive director dell’American Federation for Aging Research di New York – non è così: quello che stiamo cercando di fare è aumentare la salute”.

 

 

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