Vittima di usura a Lacedonia, la toccante testimonianza di Franco: “Ho perso tutto, ma bisogna avere il coraggio di denunciare”

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Renato Spiniello – Un incubo durato oltre 10 anni, da cui Franco Palladino ne è uscito solo in parte grazie all’aiuto delle Istituzioni e dell’associazione Sos Impresa, che garantisce assistenza legale e solidarietà a imprenditori e altre vittime di racket e usura.

A raccontare il dramma è proprio 40enne di Lacedonia, titolare della Palladino Carmine Srl che si occupava di allevamento e distribuzione di carne, entrato nel lungo tunnel dell’usura dopo un prestito di 80mila euro richiesto a un imprenditore edile, suo amico di famiglia. I soldi gli servivano per curare il padre, gravemente ammalato di nefrite cronaca che ha dovuto subito un costoso trapianto renale.

Il tasso d’interesse era di oltre il 700%, per cui Franco versava mensilmente la cifra di 15mila euro al suo aguzzino, altrimenti era costretto a subire minacce e violenze fisiche. “Ho dovuto vendere tutto per ripagare quel prestito – racconta – la fede che ho sfilato a mia moglie Fabiola, che nel frattempo ho perso perché malata di Sla, perfino gli ori dei miei quattro figli, ai quali non ho mai potuto fare un regalo di compleanno”.

Franco afferma di non essere ancora uscito dal tunnel dell’usura: “Sono ancora in corso processi. Uno l’ho vinto ma stato lunghissimo, è durato oltre 10 anni, una volta è stato rinviato addirittura di 12 mesi. Sono però andato avanti in questa battaglia e piano piano sto riprendendo la mia dignità di uomo e di padre. E questo grazie a Sos Impresa e alla Prefettura di Avellino”.

L’imprenditore, che attualmente mantiene se stesso e i propri figli grazie alla piccola pensione della madre, sta cercando di riprendere la sua attività grazie a un piccolo mutuo concessogli dallo Stato, ma deve fare ancora i conti aste fallimentari sulle sue proprietà. “Sto ricominciando piano piano a riprendere la mia vita – confessa – è Fabiola dall’alto che mi da la forza e i miei figli. Ho avuto giustizia in parte perché il mio aguzzino ora è in carcere, ma il messaggio che mi sento di lanciare agli altri imprenditori vittima di usura (e sono tanti solo nel mio paese) è quello di denunciare: abbiate il coraggio di farlo, anche se per esperienza personale dico che la strada è lunga e che la burocrazia in Italia è troppo lenta”.

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