Una sorpresa molto gradita quella che il noto critico d’arte e politico, Vittorio Sgarbi ha fatto oggi, sabato 2 marzo, alla città di Ariano Irpino.
Di ritorno da Ascoli Satriano, nel foggiano, dove ha iniziato a collaborare con il museo dei Grifoni, Sgarbi ha deciso di fermarsi ad ammirare la città della ceramica.
Ad accoglierlo il sindaco, Domenico Gambacorta, molti amministratori della giunta e l’onorevole Ortensio Zecchino.
“La ceramica è testimonanza di civiltà autonoma, forte e memorabile” dice Sgarbi nella sala centrale del Museo Civico e della Ceramica di palazzo Forte.
Il Tricolle è una delle città campane, insieme a Napoli, Vietri, Cava dei Tirreni e Cerreto Sannita, a vantare l’antica tradizione dei ceramisti.
“E’ testimonianza pura di vita contadina, festosa – aggiunge Sgarbi parlando della ceramica – che sembra scomparsa in quest’epoca in cui ci si lamenta per niente, perché manca spirito di iniziativa”. Un’apatia che, a suo dire, porta alla rassegnazione e “a pensare al reddito di cittadinanza” come unica via di uscita. “Attiviamo, invece, un reddito di intelligenza” ammicca Sgarbi.
Entusiasta, il suo tour prosegue verso il palazzo storico Bevere Gambacorta e il Museo della civiltà normanna, nella villa comunale, apprezzandone i tesori.
Ariano, parte di quell’Italia luogo di infiniti punti di bellezza, piace al critico d’arte che la definisce “città di grande ordine e misura di vivibilità che forse è il futuro. Io qui ci vivrei”.
Sgarbi è sindaco del paese di Sutri, in provincia di Viterbo, e da amministratore riconosce come i cittadini siano sempre critici nei confronti dei loro paesi non aprendo lo sguardo alle bellezze perché “abituati a vedere le stesse cose”.
Rispetto, quindi, per città come Ariano piene di storia e antiche tradizioni che stimolano a “fare cose della mente che sono la vita vera e non solo cose pratiche” afferma.
Il suo un monito a ripopolare i piccoli centri urbani dove la vita è più genuina, meno stressante e dà maggiore stimolo alla creatività, che per Sgarbi “è nello spirito dell’uomo. L’arte è rivoluzione e spinta incomprimibile”.