Vigili del Fuoco, il commiato di Iandolo Bellizzi: un pioniere della comunicazione

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AVELLINO- “Pellegrino Iandolo, figura di primo piano e’ stato uno dei pionieri della comunicazione dei Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale, ben prima che la comunicazione venisse istituzionalizzata attraverso il decreto 127 che ha modificato il 117”. E’ quello che ha voluto testimoniare alla cerimonia di commiato del capo reparto Pellegrino Iandolo, per tutti Rino, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Avellino Mario Bellizzi, che ha anche aggiunto, di fronte alla platea che ha raggiunto Via Zigarelli per festeggiare il traguardo di Iandolo: “Il fatto che ci siano tante persone e soprattutto anche tanti rappresentanti istituzionali testimonia l’ autorevolezza e la stima nei confronti di Rino” . Per il commiato del Capo Reparto Pellegrino Iandolo sono tornati nella sede di Via Zigarelli tre ex comandanti provinciali dei caschi Rossi, due emeriti (da alcuni anni in quiescenza) Alessio Barbarulo e Fiorentino Vassallo e Luca Ponticellli, attualmente vicario a Napoli. Da Roma e’ arrivato anche Stefano Toma, uno dei responsabili della comunicazione al Viminale da anni e il consigliere regionale Livio Petitto, che è legato da un profondo affetto a Rino Iandolo e ai caschi rossi di Avellino, visto che viene da una famiglia di “pompieri”.
E Bellizzi ha anche ringraziato per il lavoro di Documentazione che va avanti da anni il capo reparto Iandolo: “Grande efficacia nella comunicazione, lo dico a ragion veduta, perché ha lavorato con estrema professionalità. Come comandante comandante Vigili del Fuoco ma anche da ex responsabile per anni della comunicazione in questo Comando non posso dire altro che grazie a Pellegrino Iandolo per tutto quello che ha fatto sia per il Comando Provinciale che per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”. E’ poi toccato allo stesso Pellegrino illustrare, aprendo il suo “scrigno” della memoria degli ultimi trenta anni di attività, che ha custodito file per file per ogni intervento realizzato dai caschi rossi del Comando Provinciale di Avellino e sul territorio nazionale. Un patrimonio che metterà a disposizione della sua famiglia, quella dei Vigili del Fuoco, ricordando che in 31 anni di attività ha fatto solo 7 giorni di malattia. Un amore per la divisa e il corpo che è stato perfettamente sintetizzato da una esclamazione di sua moglie, che Rino ha ricordato nell’intervento: “Non hai sposato me ma i Vigili del Fuoco”. E sicuramente non può essere una storia d’amore già giunta ai titoli di coda. Lo ha fatto capire già lo stesso Stefano Toma, che ha ricordato come negli ultimi quindici anni ha apprezzato il lavoro di Rino Iandolo: ”
Come faremo senza Rino- ha esclamato Toma- devo cercare come tu possa ancora darci una mano”, evidenziato l’ amore che ha per i colleghi Vigili del Fuoco
“Non pensare che attacchi le scarpette al chiodo”. Sicuramente ci sarà ancora bisogno del suo prezioso lavoro di documentazione, che lo stesso Iandolo ha confessato di sognare di mettere nero su bianco in un libro per le future generazioni, raccogliendo tanto materiale inedito negli ultimi anni sulla storia dei caschi rossi di Avellino, anche con documenti del 1867 in poi.
Aerre