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Videogiochi, che passione: il boom del retrogaming

I videogiochi hanno conosciuto un grande successo commerciale ben prima di addentrarsi in una dimensione competitiva e agonistica. Erano gli anni ’80 quando apparvero le prime console casalinghe a 8 bit che hanno scritto la storia del settore dell’intrattenimento. Molti giochi dell’epoca sono rimasti nell’immaginario collettivo e i personaggi e le meccaniche di gioco spuntati fuori allora sono popolari anche oggi. Basti pensare a Super Mario o a puzzle come Tetris, tanto per fare degli esempi banali. Anche nell’approcciarsi alle offerte moderne, i gamer più navigati ricercano qualche elemento nostalgico per rivivere gli inizi della loro esperienza, mentre i più giovani vengono catapultati direttamente in un mondo vasto e dispersivo. I comandi e le opzioni a disposizione dei giocatori si sono infatti moltiplicati rispetto al passato, quando bastavano una croce direzionale e due pulsanti per esplorare interi pianeti o ingaggiare battaglie.

Di conseguenza, non sorprende che negli ultimi tempi, complice il boom dei social, sia sorto il fenomeno del retrogaming, che promuove la celebrazione e il collezionismo nell’ambito della videoludica del XX secolo. Nintendo Entertainment System, Super Nintendo, SEGA Mega Drive, Game Boy, persino la prima PlayStation: il parco titoli da riscoprire è vastissimo e non a caso alcuni dei giochi recenti tendono a strizzare l’occhio a quelli passati. La possibilità di scaricare app e videogame sui cellulari ha indubbiamente alimentato gli amanti del retrogaming, che possono ottenere delle copie digitali e rivisitate dei giochi con i quali sono cresciuti.

Oggi giocare ai videogame con un gamepad virtuale, riprodotto sul touchscreen del proprio smartphone, non è per niente inusuale. D’altronde, il principio è lo stesso utilizzato per tutte le altre app e funzioni del dispositivo. Ormai anche i classici giochi di carte tipici di un’offerta di casinò online vengono praticati a distanza, a patto di avere una discreta connessione ad Internet. Certo è che più passa il tempo, più il retrogaming assume valore, perché ad aumentare di prezzo sono console e cassette ambite dai collezionisti. La nostalgia del passato si può individuare anche nelle slot, che spesso sono dedicate a film o cartoni animati di qualche decennio fa. Insomma, si tratta di una passione che in realtà è sempre esistita, ma che è rimasta sopita a lungo per manifestarsi solo adesso.

Il dato del fatturato odierno dei videogiochi non è nemmeno paragonabile a quello degli anni ’80 e ’90, per quanto fulgidi. Si parla di introiti globali per 200 miliardi di dollari all’anno, ai quali anche l’Italia partecipa, seppur in parte ridotta. Il continuo progresso tecnologico non manca di favorire nuove esperienze di gioco anche per i retrogamer, ansiosi di vedere gli eroi della loro infanzia compiere azioni in 3D sulle quali si poteva solo fantasticare da bambini. Anche nello sviluppo dei giochi attuali, dunque, il retaggio di quelli più datati è evidente. Il sentimento del retrogaming evidenzia e colma quella che era la mancanza di forum e confronti collettivi sui giochi ad 8, 16, 32 e 64 bit.

Tante delle serie avviate anni fa continuano sporadicamente ancora oggi, tra spin-off e capitoli ufficiali. Un’eccezione può essere rappresentata dal redditizio brand dei Pokémon, che non ha mai necessitato di grandi operazioni commerciali per essere riportato in auge. Sebbene le nuove versioni dei giochi a tema siano state proposte ciclicamente, senza stupire più di tanto, l’aggiunta periodica di nuovi contenuti è stata tale da garantire un’incessante longevità al franchise. Per intenderci, se Call of Duty fattura un quarto dei mostriciattoli tascabili… avere un passato da retrogaming conta!

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