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VIDEO/ Vigili assenteisti, cade l’accusa di Arvonio. La Cgil: “Lavoratrici infangate per 1,85 euro”

Fabrizio Nigro – La Cgil di Avellino punta duramente il dito contro il Comandante della Polizia Municipale di Avellino Michele Arvonio, nel merito dell’inchiesta sui cosiddetti “furbetti del cartellino” che, lo scorso 5 gennaio, coinvolse tre operatori della Polizia locale denunciati per truffa e danno erariale.

Dei tre casi in oggetto, la Cgil ha inteso chiarire la posizione di 2 vigilesse operanti in debita convenzione presso il Comune di Avellino e presso il Comune di San Potito Ultra, attraverso una conferenza stampa indetta dal Segretario della Funzione Pubblica, Marco D’Acunto, affiancato dall’avvocato difensore delle parti Anna Caserta.

Secondo le stime della magistratura, che ha dichiarato la denuncia come infondata e priva di ogni elemento di rilevanza giuridica, il danno economico causato dalle vigilesse ammonterebbe ad un totale di 1,85 euro (uno virgola ottantacinque) a fronte di un solo giorno di ritardo nei circa 2 anni di lavoro delle stesse.

Un ritardo che – a quanto spiegato dall’Avvocato Anna Caserta e come riportato dai registri ufficiali – sarebbe quantificabile in appena 10 minuti, nel corso della presa di servizio presso il Comune di San Potito. A difesa delle lavoratrici accusate, inoltre, anche un altro elemento degno di nota.

Le due vigilesse, infatti, al momento del fatto avevano appena smontato dal turno notturno effettuato presso il Comune di Avellino e, come permesso dalla convenzione stipulata tra i due enti, si stavano recando presso il Comune di San Potito Ultra per l’inizio di nuovo turno lavorativo che avrebbe avuto inizio alle ore 08.00 del mattino. L’accusa, dunque, starebbe tutta nel fatto che le due lavoratrici, una volta giunte sul posto, avrebbero omesso un ritardo di pochi minuti compatibile con i tempi di percorrenza necessari a coprire in auto la distanza da Avellino a San Potito, già reduci da un’intera nottata di lavoro.

L’ipotesi, sia per la Cgil che per la difesa, è dunque quella di un ingiustificato accanimento del Comandante Arvonio nei confronti delle due dipendenti, per motivazioni che riguarderebbero il loro attivo coinvolgimento nelle attività del sindacali. Un’accusa dalla quale è scaturita un’inchiesta interna che ha portato alla sospensione dal servizio delle due lavoratrici per 11 giorni.

Per D’Acunto, inoltre, i controlli disposti da Arvonio sarebbero stati palesemente mirati e per il sindacato, a destare ulteriore sospetto, sono anche le modalità di diffusione della notizia di reato, che sarebbe stata fornita agli organi di stampa ancor prima dell’apertura di un’indagine ufficiale da parte della magistratura, proprio su impulso del Comandante.

“E’ opportuno ristabilire la verità su quanto accaduto – ha affermato Marco D’Acunto – Il 5 gennaio 2016, attraverso una fuga di notizie del tutto particolare promossa da Arvonio, sono stati messi alla gogna mediatica 3 agenti della Polizia Municipale, di cui 2 attivi nel nostro sindacato. Le due vigilesse accusate, hanno lavorato in convenzione per più di due anni facendo la spola tra il Comune di Avellino e quello di San Potito. Tecnicamente, timbravano un cartellino di registrazione delle presenze presso l’ente del capoluogo, mentre presso quello di San Potito erano tenute a firmare un foglio di carta sul quale annotavano gli orari dei loro turni”.

“Ebbene – prosegue D’Acunto – in due anni di attività in convenzione, il Comandante Arvonio ha deciso di effettuare una verifica a tappeto, prendendo in esame una sola giornata di lavoro in cui, le due donne, smontando dalla nottata effettuata presso il Comune di Avellino, alle ore 08.00 del mattino andavano a prendere servizio a San Potito, evitando di annotare 10 minuti di ritardo, equivalenti al tempo di percorrenza in auto tra i due comuni”.

“Intanto – denuncia il Segretario – è scaturita un’indagine interna che ha portato alla sospensione per 11 giorni delle due vigilesse, oggi scagionate da ogni accusa. Del resto, se c’èra un Comune che in quell’ipotesi di reato avrebbe dovuto ritenersi danneggiato, sarebbe stato quello di San Potito e non quello di Avellino. In questo, il Comune di San Potito non ha mai sporto alcuna denuncia ne ha mai avviato un procedimento disciplinare interno.

Ma per il sindacato c’è il serio sospetto di malafede da parte del Comandante Arvonio: “Stranamente, queste due lavoratrici sono finite sotto la lente di ingrandimento proprio nel momento in cui hanno cominciato a svolgere in maniera più incisiva la loro attività sindacale, affrontando temi come l’installazione dei gps sulle vetture di servizio effettuata senza il confronto con i sindacati, oppure la sicurezza dei veicoli di servizio”.

“Aggiungo – conclude D’Acunto – che non è la prima volta che una denuncia di Arvonio viene smentita dalla magistratura. Peraltro, il Comandante aveva già cercato in tutti i modi di non far rinnovare la convenzione alle due lavoratrici, tirando in ballo norme inesistenti”.

Intanto, la Cgil valuta di costituirsi in giudizio al fianco delle parti, qualora venissero richiesti i danni per una vicenda che, invero, suscita qualche perplessità. L’avvocato Caserta, infatti, ha già annunciato di voler ricorrere in giudizio per contestare gli 11 giorni di sospensione comminati alle due vigilesse nell’ambito dell’inchiesta interna di cui sono state oggetto.

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