VIDEO/ “Ti ammazzo”, “chiudi la bocca altrimenti ti faccio il culetto rosso”: le urla di una maestra violenta

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Pasquale Manganiello – La Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare personale, che dispone gli arresti domiciliari a carico di una 58enne, insegnante presso una scuola materna di Avellino, in quanto responsabile di reiterate ed abituali condotte gravemente lesive dell’integrità fisica e morale di alcuni bambini, di età compresa tra i 3 e i 5 anni, che frequentevano il secondo anno di una scuola materna ad Avellino.

L’indagine condotta dai poliziotti della Squadra Mobile avellinese ha avuto inizio nel Novembre 2015 grazie alle denunce dei genitori dei bambini, allarmati da atteggiamenti strani dei figli che, nei casi più gravi, si sono affiancati a lividi sul corpo. Le denunce, durante il periodo d’indagine, si sono susseguite, corroborate anche da referti medici che attestavano i disagi psico/fisici dei minori, quali eccessiva sensibilità in casa, incubi notturni, incontinenza, radicali cambi di umore ed aggressività tra di loro.

Molti bimbi, di età compresa tra i tre e i quattro anni, si rifiutavano di andare a scuola, ma alle richieste di spiegazioni dei genitori, si chiudevano in se stessi pronunciando sempre la stessa frase: “non te lo posso dire”. Nelle ipotesi più gravi, i genitori hanno presentato un referto medico ospedaliero che attestava lesioni alla nuca di uno dei minori con ecchimosi al collo ed in regione sovraclaveare dovute presumibilmente ad una pressione con le mani sul collo del bambino; per un’altra piccola vittima, invece, il referto parlava di lesioni lacero contuse al collo.

La comunicazione verbale della maestra era caratterizzata da urla veementi, toni aggressivi, minacce ed epiteti offensivi.

Le sue espressioni tipiche per zittire i ragazzi erano:

“Ti ammazzo”.

“Stai zitta, non voglio sentirti parlare”.

“Devi chiudere la bocca altrimenti ti faccio il culetto rosso”.

In più di un’occasione li percuoteva con violenti schiaffi e tirava loro i capelli.

Addirittura inscenava a volte un gioco consistente nell’agitare la mano chiedendo al bambino:  “quanti ne vuoi di questi?”; il bambino doveva indicare un numero e la maestra gli dava tanti schiaffi per il numero indicato dalla vittima.

I minori rimasti coinvolti sono stati circa 10.

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