Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha raggiunto questa mattina Santa Lucia di Serino per un convegno dedicato ai Quarant’anni dell’Associazione ‘San Giuseppe Moscati‘.
Anche senza divisa, Costa prosegue la sua battaglia contro le Terre dei fuochi, una sorta di epidemia da cui tutto il Paese è obbligato a difendersi.
Il decreto legge, approvato ad agosto, è la prova tangibile della mission del Governo, legata alla prevenzione del territorio, alla sua bonifica e alla repressione dei reati. Una legge sulla tutela ambientale e sul contrasto all’inquinamento che risponde al principio europeo del ‘chi inquina, paga’.
“L’ambiente – come ha spiegato lo stesso ministro – è di tutti, non ha steccati, colori o appartenenze. E’ un patrimonio da tutelare e se le Regioni ci chiedono aiuto noi siamo pronti ad intervenire”.
L’Italia sta soffrendo per i cosiddetti ‘siti orfani’ cioè quei luoghi inquinati ed inquinanti che non hanno più una proprietà e per i quali non si è in grado di stabilire di chi sia la competenza, ma dove nel frattempo il problema ambientale persiste.
“Vogliamo intervenire su questi siti orfani – ha precisato – Per questo sto scrivendo questa norma sulle ‘Terre dei fuochi’, al plurale. I primi denari ce li mette lo Stato poi, d’accordo con il Ministero dell’Economia, attiveremo la procedura dei fondi di rotazione. Il che significa che fino a oggi ci pensa lo Stato, ma da domani ci penseranno i privati”.
“La nuova legge introdurrà infatti il concetto di sito orfano per quelle aree inquinate dove non è stato possibile individuare il responsabile o il responsabile è insolvibile. E non sarà la panacea di tutti gli insolvibili – assicura Costa – perché non sarà possibile inquinare e poi dichiararsi insolvibili”.
Nella nuova legge sarà, infatti, previsto un sistema di fideiussioni di garanzia per lo Stato: “Chi vorrà aprire un sito a rischio ambientale potrà gestirlo – chiarisce il Generale della Terra dei fuochi – ma garantendo che in caso vi siano dei problemi, la proprietà parteciperà con le fideiussioni alla messa in sicurezza e alla bonifica”.
Biodigestore di Chianche
“No. Il mio personale pensiero, di chi nn ha competenza per legge, è no”. Il ministro Costa esprime così il suo parere in merito alla possibilità di realizzare un biodigestore a Chianche, in prossimità di un’area ad alta vocazione agricola e nota come area del ‘Greco di Tufo Docg’.
Un secco no che non pregiudica però la legittimità della Regione, precisa il Generale: “Tali impianti appartengono alla competenza della Regione, cerchiamo quindi di non mischiare norme e competenze. Ciò che appartiene alla Regione Campania, come in questo caso, è per competenza esclusiva. E’ la Carta Costituzionale a stabilirlo attraverso l’articolo 117”.
Il ministro è stato poi raggiunto dal dott. Franco Mazza, Presidente dell’Associazione ‘Salviamo la nostra Valle del Sabato’, che ha consegnato un dossier relativo alle condizioni di inquinamento della Valle del Sabato oltre che la richiesta di un nuovo colloquio con Costa per esporre anche il punto di vista della Sezione Provinciale Isde su tutte le criticità della provincia di Avellino.
Inquinamento dell’Irno-Solofrana
Un altro capitolo affrontato oggi dal ministro all’Ambiente davanti ai giornalisti, ha riguardato l’emergenza ambientale della Valle Irno-Solofrana.
“Per il fiume Sarno stiamo preparando la cabina di regia o gruppo di lavoro. Il presidente della Regione Campania ci ha chiesto di essere affiancato dai nostri tecnici e ci stiamo muovendo in modo molto operativo”, ha spiegato Costa. “Quando un fiume o un corso d’acqua ha un problema è collegato quasi sempre a depuratori che non ci sono o che non funzionano e che si trasformano in scarichi abusivi e ad un cattivo funzionamento del depuratore. Voi sapete bene che la depurazione delle acque come la gestione della depurazione sono di competenza regionale e comunale e non appartengono al ministero. Ma non per questo il ministero si chiama fuori”.
“Ho chiesto alle forze dell’ordine di intervenire per quelli che sono dei reati e abbiamo già dei buoni risultati”. Costa spiega anche che non c’è solo l’aspetto repressivo “ma anche tutto un discorso preventivo da fare. Abbiamo stabilito un gruppo di lavoro e dovremo aggiornarci passo passo”.
Rischio idrogeologico.
“Abbiamo un percorso avviato molto importante e relativo allo stanziamento di fondi per il dissesto idrogeologico”, oltre agli interventi sulla cosiddetta Terra dei fuochi, da agosto, sono passati al ministero dell’Ambiente le competenze sul dissesto idrogeologico e i relativi fondi sulla tutela del territorio.
“Come, purtroppo, è ormai noto l’Italia è un Paese fragile da questo punto di vista. Ne è prova quanto, purtroppo, è accaduto stanotte in provincia di Catania e nelle ore precedenti a Vibo Valentia. Parliamo di oltre 6 miliardi di euro che abbiamo a disposizione come ministero ovviamente da spalmare negli anni. Tutto ciò significa fare una bella panificazione di tutela del territorio.
Uno dei primi atti firmati dal ministro Costa, dopo il decreto legge di agosto che ha sancito il passaggio delle competenze del territorio al dicastero dell’Ambiente, è stato lo sblocco dei fondi per l’idrogeologia destinati alla Regione Campania: “Nel giro di quattro mesi abbiamo sbloccato 60 milioni di euro”.