“E’ facile mettersi il microfono in mano e dire stronzate in tivvù…”.
Non le ha mandate di certo a dire il patron dell’Avellino Walter Taccone, stamane presente nella sala stampa del Partenio Lombardi in occasione della conferenza stampa del diesse biancoverde Enzo De Vito.
Taccone, in disparte con il figlio e diggì del sodalizio sportivo avellinese Massimiliano, non riesce a trattenersi e approfitta dei momenti conclusivi dell’intervento di De Vito per duettare col diesse, rifilando una severa stoccata indirizzata a parte degli organi dell’informazione locale.
Così, dunque, Taccone chiede a De Vito: “Non vedo troppi giornalisti presenti, come ad esempio quelli che guardano la partita in televisione e poi fanno gli opinionisti e non i giornalisti. Come mai? Venissero qui a fare domande se hanno qualcosa da chiedere, venisse qui a chiedere lumi sulle nostre scelte. E’ facile parlare a vanvera e tenere un microfono in mano e dire stronzate”.
Gli fa eco De Vito che, più serenamente, ammette: “Parlare di calcio vuol dire aver lavorato, studiato e aver visto la partita. L’ho detto prima in conferenza stampa, venivamo sbeffeggiati per alcuni acquisti fatti e adesso vediamo che alcuni di questi giocatori giocano ad alti livelli anche nei massimi campionati…”.
Taccone riprende: “Qualcuno – dice – invece di dire sciocchezze anche se fa il telecronista da 30 o 80 anni, vedesse bene le partite in modo da non dire sciocchezze. I tifosi sì hanno ragione a criticare quando le cose non vanno per il verso giusto, lo faccio anche io che sono il primo tifoso dell’Avellino. Se disertano lo stadio è perché forse si aspettano altro. La mia domanda, retorica, ovviamente non era rivolta a loro. Siamo stanchi di assistere ai discorsi di persone che vanno in tivvù a raccontare storielle e poi non sono mai al campo”.