VIDEO/ Strage bus A16, l’accusa dei parenti delle vittime e la replica di Autostrade

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E’ partito questa mattina il processo al Tribunale di Avellino sulla strage dell’A/16, il tragico incidente che nell’estate del 2013 vide la morte dei 40 pellegrini partenopei in viaggio sull’autobus che precipitò dal viadotto Acqualonga, nel territorio comunale di Monteforte Irpino.

Un processo che, come sottolineato da giudice Luigi Buono, sarà “… celere” e che stamane ha visto il deposito di diverse eccezioni avanzate dal collegio difensivo dei quindici imputati. Se ne riparlerà tra un mese, il 28 ottobre, quando si scioglieranno tutte le riserve.

In aula, al palazzo di giustizia avellinese, i pm intestatari della maxi inchiesta, Adriano Del Bene e Cecilia Annecchini; con loro erano presenti molti dei familiari delle vittime in merito alla costituzione di parte civile avanzata da alcune delle persone offese e dall’associazione Associazione Consumatori Utenti, mentre su 109 parti civili ammesse a processo, almeno una trentina hanno ritirato la loro costituzione in seguito a i risarcimenti ottenuti in sede civile da parte di Autostrade.

La fase dibattimentale, già calendarizzata, entrerà nel vivo a novembre (nei giorni 9 e 25).

“POSTI DI LAVORO COME COMPROMESSO” – Come era già successo nelle varie fasi dell’udienza preliminare, a parlare a margine della prima seduta processuale sono stati i parenti delle vittime.

Dure le dichiarazioni di Rosalba Lanuto (la madre della piccola Arianna, la bambina protetta dalla nonna Luigia nel tragico incidente, ndr): “Autostrade è il primo colpevole – ha detto la donna – E’ vero, hanno avvicinato molti di noi offrendo danaro e assunzioni. Ma dovete chiedere a chi ha accettato, non a me che non ho accettato nulla”.

Per Giuseppe Bruno, presidente dell’associazione Vittime della strada A16 uniti per la vita, “… c’è fiducia massima nella giustizia. Noi rappresentiamo le quaranta vittime e chiediamo giustizia per quello che è accaduto e che mai più dovrà ripetersi”.

Così anche l’avvocato Davide Tirozzi che difende l’associazione: “Deduco che alcuni dei soggetti che si sono costituiti parte civili sono stati risarciti. Parlo per l’associazione e dico che vogliamo continuare a lavorare affinché venga garantita la sicurezza stradale in modo che non si debbano più verificare tali tragedie. Noi restiamo fiduciosi e in prima linea, crediamo nella risposta di giustizia che arriverà dal processo”.

LA REPLICA DI AUTOSTRADE – Questo, infine, il commento del legale di Autostrade, Elisabetta Busuito: “La posizione di Autostrade per l’Italia è in primis il massimo rispetto nei confronti delle vittime e dei loro parenti. Un rispetto che si è evidenziato e concretizzato da subito con una vicinanza concreta a tutte le famiglie. Ovviamente come sempre il massimo rispetto nei confronti della Magistratura. Ritengo però che non si debba perdere di vista il focus della vicenda e cioè una vicenda che si è verificata per un pullman che non avrebbe dovuto né potuto circolare. Aggiungo inoltre che le censure che vengono mosse agli esponenti di Autostrade attengono a delle scelte progettuali e a delle questioni tecnico-manutentive rispetto alle quali noi siamo certi di poter invece dimostrare l’insussistenza all’interno del dibattimento visto che si trattava di barriere moderne, di barriere idonee e di scelte manutentore assolutamente corrette. Oltretutto la singolarità di questo processo è che questo tipo di censure siano state mosse nei confronti dell’Amministratore delegato rispetto a dei profili tecnici che evidentemente sono estranei a quello che è il suo ruolo”