VIDEO/ Speciale Via Crucis – Rivottoli di Serino, Bruno Ponzio: “Nelle vesti di Gesù ho riscoperto la fede”

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Domenica 20 Marzo ritorna l’emozionante Via Crucis vivente organizzata dalla Parrocchia di S.Antonio da Padova della frazione Rivottoli di Serino.

Circa 150 figuranti per una manifestazione che ogni anno si rinnova sempre di più e che mette in scena tutti i momenti salienti della passione di Cristo.  La manifestazione si dive in due parti; il primo momento è caratterizzato dalla sfilata di tutti i figuranti che si ritrovano nei pressi della chiesa della frazione Fontanelle di Serino mentre la seconda fase è quella che vede la vera e propria messa in scena degli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo. Si parte,infatti, dalla lavanda dei piedi e l’ultima cena per poi passare alla scena dell’arresto negli orti degli Ulivi fino ad arrivare ai momenti della flagellazione, crocifissione ed infine della resurrezione con l’ultima scena del sepolcro.

La quantità delle scene rappresentate e le diverse location usate fanno sì che la Via Crucis di Rivottoli di Serino sia una delle più complete viste in Irpinia.

A recitare nelle vesti di Gesù è Bruno Ponzio, quest’anno alla sua decima partecipazione su altrettante edizioni della storica passione del nostro Redentore.

Così il “Gesù” di Rivottoli di Serino intervistato da IrpiniaNews: “Eseguire la parte di Gesù, ogni anno, è un’esperienza unica e bellissima. Nonostante i lunghi mesi di prova, il giorno della Via Crucis è completamente diverso da tutti gli altri. Recito da dieci anni questa parte ma posso dire senza problemi che ogni anno assaporo sempre un’emozione diversa. Sicuramente non è una cosa facile. Certo ci sono scene più facili da recitare rispetto ad altre ma bisogna comunque mantenere alto il livello di concentrazione. Ricordo la scena davanti a Pilato oppure quella della crocifissione: quelli sono i momenti cruciali di tutta la Via Crucis, è lì che senti il maggiore trasporto, in quegli attimi c’è tutta la sofferenza dell’umanità”

Bruno ci spiega anche come sia totale l’immedesimazione nel personaggio da lui rappresentato: “Mentre in passato ero solito seguire la Passione di Cristo tramite le immagini di un film oppure attraverso i versi della Bibbia,  da quando mi trovo a recitare questa parte sento e vivo in prima persona le gesta del nostro Signore e posso dire, per quanto mi riguarda, che l’immedesimazione nel personaggio è totale, mi sento una persona diversa nel vivere quei sentimenti di angoscia e tristezza provati più di duemila anni fa”.

Sentirsi Gesù e riscoprire la fede, è quello che è successo proprio a Bruno in questi anni: “Sono credente ma non praticante – continua Ponzio – ma negli ultimi anni, questo ruolo che mi è stato attribuito per la Via Crucis, mi ha avvicinato di più alla Chiesa. Ho riscoperto la fede, che mi ha aiutato a superare anche quei momenti difficili che si sono presentati in tutto questo tempo perchè la vita,a volte, riserva brutte sorprese dure da digerire. Importante è stato anche il contributo del parroco attuale, sempre pronto e disponibile nei miei confronti”.

In questi dieci anni Bruno ha avuto modo di vivere alcune situazioni particolarmente curiose durante la Via Crucis: “Ricordo il primo anno quando, durante la scena della crocifissione, al mio grido “Elì Elì lemà sabactàni” si è innalzata una tempesta di vento che prima non c’era. E’ stato qualcosa di incredibile, sembrava tutto sovrannaturale, non nascondo che lì, sulla croce, mi sono spaventato anche io”

Singolare è un altro episodio accaduto qualche anno fa che rivela come ci sia tanta realtà nella rappresentazione della Via Crucis di Rivottoli di Serino: “Due anni fa -racconta Bruno- durante la flagellazione, Domenico Cirino, il soldato che era incaricato a frustarmi, si è fatto prendere dalla parte molto più di me e ha iniziato a linciarmi con grande veemenza; io ho provato un dolore atroce a tal punto che il giorno successivo mi sono ritrovato con enormi lividi su tutta la spalla e dopo averli fotografati, ho inviato tutto al mio “fustigatore” che si è scusato dell’accaduto. Ogni anno – conclude – si rinnova questo siparietto tra me e Domenico e puntualmente lo raccomando di essere più lieve e meno violento” .

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