VIDEO/ Speciale Via Crucis – Atripalda, Pellegrino Giovino: “La storica tradizione familiare dietro il mio Gesù”

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Carlo Maria Imparato – Ad Atripalda la Via Crucis organizzata dalla Pro Loco è una delle tradizioni più sentite e attese di tutto il periodo pasquale. Quest’anno si festeggia la sua ventesima edizione e nonostante il passar del tempo, tale evento ha un valore inestimabile per tutti gli atripaldesi. Imponente, infatti, il flusso di persone che nel periodo antecedente alla manifestazione si riversa nella sede della Pro Loco del paese per ritirare il proprio vestito da figurante.

Tale celebrazione nel corso degli anni ha subito una serie di metamorfosi: all’inizio, c’era un incappucciato che metteva in scena le tre cadute di Gesù su Rampa San Pasquale, col passare degli anni, invece, la manifestazione si è arricchita grazie alla trasposizione teatrale del testo “Quid est Veritas?” scritto dal magistrato di Lapio, Matteo Claudio Zarrella, e interpretato dagli attori del Clan H tra cui Salvatore Mazza nel ruolo di Pilato.

La location scelta per la solenne rappresentazione ben si sposa con l’obiettivo di far rivivere al meglio la passione e la morte di Cristo.

A tutto questo si aggiunge la devozione della famiglia atripaldese dei Giovino che veste i panni di Gesù da oltre cento anni; tale ruolo, infatti, si è tramandato di padre in figlio a testimonianza di quanto sia forte l’attaccamento ad una delle tradizioni più longeve della storia atripaldese.

Sul ventennale della Via Crucis, così il presidente della Pro Loco, Raffaele Labate: “Fervono i preparativi e in occasione del ventennale, venerdì 18 marzo, nella sala consiliare del comune di Atripalda faremo un convegno dove ricorderemo le storie, gli aneddoti, i partecipanti e tutti i protagonisti delle diverse edizioni, una sorta di preludio alla rappresentazione scenica che avverrà, come di consuetudine il venerdì Santo, 25 marzo”

Labate è passato nel corso degli anni dal recitare nelle vesti di Pilato ad essere, oggi, uno dei promotori principali di questa importante e solenne iniziativa: “Ho riscoperto questo mio antico ruolo dai filmati che vanno dal 1997 al 2000 in cui interpretavo proprio Ponzio Pilato, il governatore di Roma. Per dirla tutta, sono quello che ha svolto più ruoli perché dopo Pilato, ho recitato la parte di Anna, il cattivo del Sinedrio; solo ultimamente mi sono “riabilitato” nelle vesti di San Giovanni, la figura più emozionante per me, perché stando sotto la croce e con il grande realismo della stessa, vivi fino in fondo quel sentimento provato dal discepolo di Gesù.”

La Via Crucis è un appuntamento fisso per tutti gli atripaldesi che si riversano nella sede della Pro Loco per ritirare il proprio vestito da figurante: “Tutto questo ci gratifica molto. Nel corso dei vent’anni c’è stato un vero e proprio ricambio generazionale che ha fatto sì che i nostri vestiti, tutti lavorati a mano e molto ben curati, siano stati indossati da ben quattro generazioni. E’ bello riscontrare le emozioni di tutti quelli che non hanno mai partecipato alla Via Crucis”

La Via Crucis va vissuta con la giusta emotività e partecipazione come ricorda Pellegrino Giovino, l’interprete del ruolo di Gesù da ben cinque anni ormai: “E’ un’emozione che si rinnova ogni anno. La croce è il mio capodanno, una volta che sono lì sopra faccio un grande esame di coscienza di tutto quello che è successo in questi mesi. Anche fisicamente mi sto preparando nel migliore dei modi, oltre alla barba che mi sono fatto crescere, durante la Quaresima non mangio carne e derivati; sul piano psicologico è difficile mantenere questi ritmi e solo ora sto capendo le difficoltà che ha avuto mio padre quando interpretava il Cristo negli anni passati. E’ difficile ma allo stesso tempo molto bello perché ti accorgi dell’importanza del personaggio. Recitare nei panni di Gesù mi ha cambiato modo di vivere e di pensare soprattutto su alcune cose”

Rino è preciso e nello stesso tempo commosso, quando annuncia la sua personale dedica per la Via Crucis di quest’anno: “Atripalda negli ultimi tempi ha patito la perdita di vite spezzate troppo prematuramente. Sono una persona che non dimentica, porterò il loro ricordo sempre con me e soprattutto in questa manifestazione. La mia dedica è tutta per loro”

Giovino ci illustra anche le scene con le rispettive location che saranno rappresentate: “Si partirà con l’arresto di Gesù e il successivo processo davanti a Pilato che si terrà nel centro storico di Atripalda nei pressi della Basilica Paleocristiana, luogo molto suggestivo. La processione con la croce attraverserà le strade del centro storico, la piazza della città e terminerà sulla collina di S. Pasquale. Molto forte è l’incontro tra Gesù e la Madonna che avverrà proprio lungo la salita che porta al “Golgota” atripaldese.”

La tradizione vuole che, più di due secoli fa, la persona scelta per recitare il ruolo di Gesù fosse un esponente della famiglia Giovino, e da quel momento in poi tale tradizione si tramanda di padre in figlio: “E’ un motivo d’orgoglio per me – dice Rino – succedere a mio padre Enrico e prima ancora a mio nonno, Pellegrino. E’ un grande onore. E’ una tradizione di famiglia e sono consapevole quanto ci tengano a questo, mio nonno ma soprattutto tutti gli atripaldesi. Ho ereditato da mio padre Enrico la passione e la fede verso questo ruolo così importante”

Giovino non esita a ringraziare i membri della compagnia teatrale Clan H che da anni sostengono questa iniziativa, in primis Salvatore Mazza, interprete del ruolo di Pilato: “E’ doveroso ringraziarli per tutto l’impegno messo in campo in questi anni, sono bravissimi e durante le prove ci facciamo sempre un sacco di risate. Mi hanno aiutato molto soprattutto ad innalzare il livello di recitazione della rappresentazione”.

In conclusione Rino lancia un appello a tutti i giovani concittadini: “Vorrei che l’anno prossimo alla Via Crucis partecipassero tutti i ragazzi di Atripalda, mi batterò in prima persona per coinvolgere quanti più giovani possibili. Il mio desiderio è quello di voltarmi un giorno, mentre sto recitando, e osservare tra i figuranti della manifestazione tutti i miei amici. Le cose belle, come queste, vanno vissute a 360 gradi per non aver alcun rimorso in futuro. Noi giovani dobbiamo unirci per riportare Atripalda ai fasti di un tempo”. 

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