Alpi – Il telefono del sindaco Biancardi squilla in continuazione. E i cittadini, quei pochi in giro a dire la verità, appena lo vedono, gli vanno incontro a “caccia” di notizie oppure per informarlo di qualcosa. E’ la cifra di una sorta di “concitazione” che fa di Avella, oggi, un paese un po’ sotto stress a causa del virus. Si è in apprensione ed anche i consiglieri comunali di opposizione vivono la situazione in prima persona.
“Siamo tutti molto preoccupati”, ammette Chiara Cacace, leader della minoranza consiliare. “Non dobbiamo creare allarmismi ma occorre essere molto responsabili. La situazione sembra sotto controllo ma è utile non abbassare la guardia”. Chiara Cacace, che di professione fa l’avvocato, è consapevole che l’epoca che stiamo vivendo è del tutto eccezionale.
“Noi, da opposizione, siamo accanto al sindaco. Lo abbiamo fatto dall’inizio della pandemia, gli tendiamo la mano e siamo pronti a dare il nostro contributo. Questa è una situazione straordinaria che nessuno vuole strumentalizzare. Vogliamo dialogare con il sindaco e l’amministrazione, si apra subito un tavolo di confronto”.
C’è bisogno di dialogo, ad Avella. Di “pace”. Il paese sembra provato. In giro, per strada, nonostante la bella giornata di sole, ci sono davvero poche persone. “Il mio fatturato è calato del 50%”, ammette sconsolato il signor Carmine dello storico “Pasquino”, bar della piazza centrale, piazza Municipio. Il bar è rinomato per i suoi gelati, oggi dalla vetrina sono completamente spariti. E non solo per l’autunno che poi, tutto sommato, è ancora abbastanza caldo.
“Ci riforniamo dello stretto necessario, la gente preferisce uscire poco di casa”. La “cartolina” di Avella è di un paese in bilico, sul filo di lana, che fa di tutto per non precipitare. La tenacia e la responsabilità dei cittadini, tutti dotati di mascherina quando sono in giro, faranno in modo che, ben presto, il centro del Mandamento ne verrà fuori.