Sabato ha debuttato “Across The Line”, il concerto/performance collettiva che ha scaldato gli animi dei fan accorsi al Macro Testaccio-La Pelanda per il Roma Europa Festival. Protagonista il musicista e cantautore irpino Rhò, originario di Montefusco e tra i protagonisti della prima stagione di Irpinianews Unplugged, in collaborazione con i video maker Daniele Spanò e Luca Brinchi e l’ensemble di archi Trio Improvviso.
Lo spettacolo —un live set immerso in un mondo visivo in continua mutazione— è stato caratterizzato da una fusione tra folk elettronico e immagini visionarie, dove “gli elementi sonori e quelli visivi sono presentati nel loro scorrere, nel loro incrociarsi e svilupparsi fino a raggiungersi nella loro interezza, per toccare una cifra astratta e trascendentale,” come racconta l’introduzione all’evento del festival.
Rhò ha messo in fila i brani della sua discografia lasciando spazio alle sperimentazioni all’interno delle sue canzoni, con una padronanza assoluta del loop che ha creato un connubio quasi mistico con il trio d’archi e le proiezioni video. La tracklist ha previsto, tra le altre, Waterfall, Behind, la cover di Many of Horror, Footsteps, Pillow, As you Hope, una versione particolarissima di Billie Jean di Micheal Jackson, Lost ed il replace finale di Nailless coinvolgente ed intenso, in un trionfo di elettronica di qualità ed impianti scenici in continuo mutamento.
Abbiamo intervistato Rhò poco prima dell’inizio del concerto.
Come nasce “Across the line”, uno degli eventi più importanti del Roma Europa Festival?
“E’ un concerto orchestrato da un trio d’archi in cui si alternano sonorità più cinematografiche/acustiche con momenti elettronici. L’impianto scenico è stato creato da due video-artisti molto importanti, Luca Brinchi e Daniele Spanò: un contesto tridimensionale in perfetto connubio con le mie sonorità.”
Recentemente sei sbarcato negli Stati Uniti per un’esperienza tra musica e tecnologia in cui hai incontrato i ricercatori del Georgia Tech. Ci racconti qualcosa di questo innovativo indumento che avete sviluppato, un dispositivo musicale fatto su misura per la tua musica?
“E’ stata un’esperienza unica che non mi sarei mai stato aspettato di poter fare. I ricercatori di Google Glass hanno deciso di realizzare un indumento che permette di suonare senza connessioni o cavi riconducibili ad uno strumento. Un indumento, quindi, che ha in sè interazioni che mi permettono di suonare in questo modo. Abbiamo collaborato per creare questo prototipo che dall’anno prossimo porteremo nei miei concerti”.
Quali novità ci attendono per il 2016?
“Già il sold out di stasera (sabato scorso per chi legge, ndr) anticipa buone cose. E’ uno spettacolo che porteremo in giro in Italia e in Europa. Stiamo investendo tante energie in vista del 2016 in cui ci saranno tante sorprese con collaborazioni e, forse, nuova musica”.
Come accennato dall’artista irpino, recentemente Rhò è stato negli Stati Uniti per due date del suo tour, precisamente ad Atlanta e New York. Il Georgia Institute of Technology (Georgia Tech), infatti, lo ha designato per sviluppare e potenziare un dispositivo musicale basato sulla “Wearable Technology”. Insieme agli sviluppatori del Georgia Tech hanno lavorato alla combinazione tra indumenti e tecnologie computerizzate, basata sull’intelligenza artificiale e realtà aumentata.
Un ambito musicale che il gruppo di ricercatori americani (collaborazione con la Nasa e progetto Google Glass alla base dei loro sforzi principali) ha deciso di esplorare realizzando un indumento fatto su misura per l’irpino Rhò.
The Hood, il cappuccio metà mantello e metà strumento musicale, è stato ideato da Clint Zeagler, un fashion designer attualmente Research Scientist e Program Manager presso il Georgia Tech, insieme a Scott Gilliland e Thad Starner. Si tratta di un capo interattivo fatto di tessuti e cuciture, creato per suonare senza toccare strumenti musicali (o computer) ma semplicemente interagendo con il proprio corpo.
Rhò ha raggiunto il team ad Atlanta ed insieme hanno sviluppato e personalizzato il dispositivo musicale, presentato in un concerto nella Tech Square di Atlanta, con una platea composta da esperti di Wearable Tecnology e studenti del Georgia Tech.
In questa occasione Rhò ha eseguito parte delle sue canzoni in una modalità nuova, modellando la sua voce sulle tessiture armoniche prodotte con il dispositivo indossabile.
All’attivo Rhò ha due produzioni, quella del 2012, Kyrie Eleison, e Nebula, del 2014 mentre negli ultimi mesi ha lavorato alla colonna sonora di un film-documentario diretto da Fabio Mollo dal titolo “Vincenzo Da Crosia” e presentato al Torino Film Festival.