“Pensare di rifare la Dc con Vincenzo De Luca è pura fantasia”. Con un collegamento video Stefano Caldoro si materializza ad Avellino per presenziare alla kermesse del centrodestra, in occasione della presentazione dell’ultimo lavoro di Giuseppe Gargani dal titolo “Io e il Partito”.
Il governatore uscente della Campania commenta così l’accordo in extremis che ha portato lo scudo crociato con la coalizione di centro sinistra e alla rottura con Ciriaco De Mita: “Nutro perplessità quando leggo di replicare la Dc attraverso alleanze politiche momentanee che nascono per solo per l’interesse di una somma algebrica, elettorale e non per un progetto politico – dice -. La Dc merita di più e meglio, merita il richiamo alle forze moderate di maggioranza del paese che non deve essere un contenitore ma una forza che raccolga valori da trasferire in azioni, programmi, idee e proposte”.
Caldoro ritorna sulle ultimissime ore prima della chiusura delle liste, quelle che hanno portato all’accordo tra De Luca e De Mita. Con un interrogativo: “Mi chiedo cosa è successo a 48 dalla chiusura delle liste, e se quelle ore siano state sufficienti per chiudere un accordo programmatico-politico. Siamo chiamati a dare trasparenza, nessuno ci vieta di fare scelte elettorali più convenienti ma chiudere un patto tra due persone a 48 ore dal termine per la presentazione delle liste in una cittadina di provincia (il riferimento è al cosiddetto patto di Marano, ndr), denota ben poca chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini“.
Alla kermesse di Avellino hanno preso parte tra i vari il consigliere regionale uscente e candidato alla Regione Ettore Zecchino, l’ex ministro e presidente Biogem Ortensio Zecchino, il presidente della Provincia di Avellino Mimmo Gambacorta, gli esponenti di Palazzo Caracciolo Girolamo Giaquinto e Flavio Petroccione, il presidente dell’Asi di Avellino Giulio Belmonte, Nicola Moretti, il manager dell’Asl di Avellino Nicola Ferrante, l’ex sindaco di Grottaminarda Giovanni Iannciello, Sabino Morano, Domenico Palumbo, Franco e Giovanni D’Ercole, sindaci e amministratori irpini di Forza Italia.
[blockquote style=”1″]”Se De Luca è di sinistra io sono musulmano”[/blockquote]
Anche da Peppino Gargani sono giunte critiche a De Mita che solo un anno fa, nella medesima location, spese parole d’elogio per il politico di Morra in occasione delle Europee: “Dopo 5 anni di Governo non si può rompere un patto senza dare spiegazione. De Mita ha commesso il grave errore di ritenere che Foti e De Luca siano di sinistra; lui era attratto dalla sinistra, ma da una sinistra che non c’è. Oggi va con De Luca che non ha nulla di sinistra anzi, se De Luca è di sinistra io sono musulmano. E’ un tiranno buono ad amministrare, però c’è problema di fondo, la questione morale: De Luca è incandidabile, non può fare presidente”.
A commentare la vicenda politica di De Mita è anche Ortensio Zecchino: “Ho sentito parlare di popolarismo in tutta questa vicenda – sottolinea l’ex ministro – ma il popolarismo non lo si coltiva secondo visioni popolaristiche, ma con gli schieramenti che ne hanno fatto la propria ragion d’essere. In Europa esistono due schieramenti ben definiti, il Ppe e il Pse. Renzi ha posto il Pd nel Pse e dunque fuori dal mondo popolare non si può parlare di popolarsimo”.
[blockquote style=”1″]”De Mita contro? A me ha portato fortuna”[/blockquote]
A chiudere la sequela di interventi è stato Domenico Gambacorta che ironicamente ha commentato la vicenda UdC con una battuta: “Alle ultime provinciali (vinte da Gambacorta, ndr), a urne aperte il presidente De Mita dichiarò di aver votato per Foti: la cosa non può che portare fortuna”.