VIDEO/ Quando i campioni della Formula 1 sbarcarono ad Avellino

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Un mese fa il mondo dell’automobilismo internazionale pianse la morte di Maria Teresa de Filippis, campana di nascita, prima rappresentante del gentil sesso ad aver mai gareggiato in Formula 1.

Una figura simbolo capace di sradicare pregiudizi esistenti ancora ai giorni nostri sul binomio donne e motori.

Non tutti sanno che la de Filippis nel 1953 debuttò nella Categoria 1100 su una Osca preparata dai fratelli Maserati, sul Circuito di Avellino. Fu il preludio di una carriera che qualche anno dopo (1958 a Monaco) la vide all’esordio nel circus della Formula 1, prima fra le cinque donne che hanno tentato di competere alle corse automobilistiche più prestigiose e l’unica, insieme a Lella Lombardi, a disputare almeno un Gran Premio.

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Maria Teresa de Filippis

Ma Maria Teresa de Filippis non è stato l’unico nome altisonante ad aver legato le proprie esperienze professionali con Avellino e la provincia di Avellino.

In Irpinia, tra i vari, anche i grandi Tazio Nuvolari e Luigi Fagioli hanno preso parte agli eventi automobilistici che hanno caratterizzato il periodo a cavallo delle due Guerre Mondiali e quello successivo alla Secondo Conflitto Mondiale.

Era il 1932 quando Nuvolari, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo mondiale ed è ancora oggi ricordato e ammirato per le sue molte e speciali qualità, nonché per le sue doti umane, sfrecciò per le strade irpine del Circuito Principe di Piemonte, percorso che si snodava snodava tra Avellino, Monteforte, Forino, Contrada, Bellizzi e di nuovo Avellino, per un totale di quasi 25 chilometri.

Tazio Nuvolari
Tazio Nuvolari

Nuvolari partecipò alla quinta delle sei edizioni del gran premio, ottenendo anche il giro più veloce e impiegando il minor tempo complessivo di sempre.

Quelle imprese furono raccontate da Felice Scandone, affermato giornalista sportivo dell’epoca cui è intitolata l’omonima società sportiva di pallacanestro ad Avellino.

LA STORIA – Dalla lettura dei verbali dell’Automobile Club Avellino si evince che all’allora presidente dell’Ente, on. Alberto Di Marzo, deputato di Avellino dal 1909 al 1921, è dovuta la nascita e l’organizzazione della manifestazione sportiva denominata “Circuito Principe di Piemonte”.

Per unanime consenso dei concorrenti italiani e stranieri, il Circuito Principe di Piemonte fu modello nel suo genere.

Dopo le sei edizioni degli anni ’30, il Circuito di Avellino muta forme e contenuti.

Il tracciato del Principe di Piemonte che, dalla partenza di Avellino si dirigeva verso Monteforte Irpino, Forino, Contrada per poi ritornare nel capoluogo, nel 1950 vede la partenza sempre da Avellino, abbandonando poi la Strada Nazionale delle Puglie (oggi via Nazionale Torrette) all’altezza di Torelli.

Il Circuito di Avellino
Il Circuito Principe Piemonte di Avellino

Il senso di marcia diventa così orario e dopo aver attraversato l’odierna frazione di Mercogliano, il circuito lambisce l’Abbazia del Loreto, si dirige verso Contrada Valle ed a seguire l’attuale via Cristoforo Colombo, via Mancini, Corso Vittorio Emanuele ed ancora viale Italia.

Il tracciato, così portato a 9,5 chilometri, conserverà questa conformazione anche nel 1951. Nel 1953, invece, all’altezza della caserma Berardi, il tracciato non volge più a sinistra, ma a destra per ritornare subito su Viale Italia, lambendo così l’Istituto de Sanctis.

La lunghezza del percorso di quella che sarà l’ultima edizione del Circuito di Avellino si riduce così a circa 6,3 chilometri.

Negli annali e nelle memorie di tutti resteranno i ricordi delle gesta dei campioni che fecero del circuito irpino un modello per le gare automobilistiche dell’epoca.

si ringrazia Salvatore Tarantino ed il portale automobilismoirpino.it per l’utile e preziosa collaborazione.

 

 

 

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