Massimo D’Alema torna ad Avellino ad un anno di distanza dalla sua ultima visita per partecipare al convegno organizzato dal Comitato per il Referendum Scelgo No di Avellino.
All’ex Carcere Borbonico l’ex Premier non ha lesinato commenti al vetriolo rispetto alla Riforma Costituzionale targata Boschi-Verdini.
All’appuntamento ha preso parte anche l’eurodeputato Massimo Paolucci.
In platea Alberta De Simone, Gerardo Adiglietti e il presidente delle Acli Domenico Sarno, Giancarlo Giordano, Roberto Montefusco ed altri esponenti avellinesi di Sinistra italiana. Ma il fronte dei sostenitori del No va oltre le barriere meramente politiche, tanto da unire in platea rappresentanti del centro come i Bilotta, padre e figlio, quanto Amalio Santoro, Francesca Di Iorio e l’ex assessore al Comune di Avellino, Luciano Ceccacci.
“E’ un no ad una cattiva riforma – ha detto D’Alema – che potrebbe avere effetti cattivi per il Paese. Ci sono diverse ragioni del no. Per il sì è un’alleanza di Governo tra Verdini e Pd, il no è una pluralità di forma. Ognuno ha le sue ragioni, la mia voce è il no della Sinistra.”
“Se vince il no – ha proseguito D’Alema – eviteremo di avere una brutta Costituzione che è già un passo importante. Poi forse il presidente del Consiglio sarà meno arrogante. Non so cosa accadrà il 5 dicembre. Il premier prima ha detto che si sarebbe dimesso, poi ha disdetto. Dobbiamo stare a quello che dice. Se vince il no bisognerà rifare la legge elettorale, è evidente. Se vince il sì non ci saranno elezioni anticipate. Congresso? Sosterrò un cambiamento profondo del Pd, la linea attuale non va bene” – ha concluso l’ex Premier.
[…] Ma in quattro anni, poco o nulla è cambiato rispetto ai temi che balzarono agli onori della cronaca in quel pomeriggio avellinese: al di là delle promesse, la fabbrica di Valle Ufita, rilevata da Industria Italiana Autobus, è ancora ben lontana dall’essere riaperta e Massimo D’Alema, pur fuori dal Parlamento, continua a rappresentare l’antagonista sul piano politico di Renzi. […]
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