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VIDEO/ Niente pensioni, visite mediche sospese e processo fuori città: la rabbia dei lavoratori ex Isochimica

Marco Imbimbo – Le visite mediche all’Asl sono sospese, il pensionamento è in alto mare, mentre il processo resta ancorato a Napoli senza nessuna possibilità, al momento, che ritorni in città. I lavoratori dell’ex Isochimica tornano a far sentire la loro voce e lo fanno in un’assemblea pubblica, convocata da Cgil, Cisl e Uil, al Circolo della Stampa da cui annunciano: «Se il processo non ritorna in città, non andremo più a Napoli a seguirlo. Se lo fanno loro».

La rabbia è tanta, al pari della delusione per tutte quelle promesse ascoltate negli anni, ma puntualmente disattese come la questione sul pensionamento degli ex lavoratori. Sono circa una quarantina quelli rimasti fuori e senza alcuna soluzione. Anche la legge finanziaria non conterebbe strumenti in questa direzione. «Stiamo provando a far capire all’attuale Governo quello che abbiamo già spiegato ai tre precedenti – sottolinea Luigi Simeone, Uil – ovvero che è un problema che non può essere risolto nelle maglie delle procedure che ci stanno. Il fondo che fu creato era l’unica risposta che poteva essere data».

Nel tempo, però, ci sono state varie vicende amministrative che hanno rallentato il tutto e oggi «il paradosso è che i fondi stanziati rischiano di essere dirottati su altri fronti – denuncia Simeone. L’emendamento attuale risolve parzialmente il problema di pochissime unità, ma si continua a non capire che la natura di queste persone è di chi è destinato a una brutta evoluzione della malattia». I fondi, dunque, c’erano, circa 29 milioni di euro, per il pensionamento degli operai, ma «il giochetto fatto sulla pelle della gente è che il regolamento fatto rendeva non spendibile la cifra in quanto erano stati posti dei paletti», spiega Simeone.

Il problema del pensionamento degli ex lavoratori non è di poco conto. Nel corso degli interventi che si sono succeduti durante l’assemblea, in molti hanno sottolineato come, da un lato sono alle prese con gravi problemi di salute che non consentono loro di lavorare, dall’altro secondo le normative attuali non avrebbero maturato un numero sufficiente di contributi per andare in pensione. Gli ex dipendenti, inoltre, ricordano anche i numerosi incontri con i parlamentari irpini, soprattutto Maria Pallini (M5S) per «illustrare la nostra situazione, ma non è cambiato nulla. Qualcosa deve essere andato storto», denunciano gli ex dipendenti.

A tutto ciò si aggiungono le visite mediche che l’Asl non effettua più su di loro come denuncia Carlo Sessa, ex lavoratore Isochimica. «Nonostante i nostri solleciti e le diffide alla Regione, è da un anno che non veniamo più monitorati dall’Asl», spiega Sessa prima di lanciare una provocazione forte su quel processo che si sta celebrando a Napoli e non ad Avellino: «Sono cose che succedono solo in Italia, costringendo i lavoratori con problemi di salute e pochi soldi a spostarsi. Non celebrandolo in città, non lo sentiamo più nostro. È come se non ci appartenesse. A questo punto non ci andremo più. Nessuno prende provvedimenti per farlo ritornare in città, nemmeno a livello politico».

Una soluzione per riportare il processo ad Avellino potrebbe esserci, ma va approfondita la fattibilità, come spiega l’avvocato Antonio Petrozziello. «Finora tutte le sedi ipotizzate per ospitare il processo sono state scartate per ragioni di carattere tecnico o di capienza – ricorda. Prima del commissariamento del Comune di Avellino, però, ho avuto contatti informali con alcuni componenti dell’amministrazione comunale e si era ipotizzata la possibilità di utilizzare la sala consiliare del Comune. Da un punto di vista di dotazione tecnica sarebbe idonea, bisogna valutare la capienza ma si tratta di un problema risolvibile. Dobbiamo approfondire meglio questa ipotesi per capire se c’è la possibilità di far tornare il processo ad Avellino».

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