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VIDEO/ Maria Rita Parsi: “Basta parlare solo di bullismo, la scuola ha bisogno di risorse”

Parsi a Manocalzati

Marco Grasso – “La scuola, insieme alla famiglia, resta il fulcro dell’educazione dei ragazzi. Ma non può essere lasciata sola, il Governo deve essere al suo fianco, investire. Le scuole devono essere sempre aperte e non dare voti. Devono essere riferimento sociale”. Così la scrittrice Maria Rita Parsi, intervenuta al convegno promosso dall’istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Manocalzati nell’ambito del progetto “Amarli non basta” ideato dal Consorzio A5.

“La scuola non deve abdicare al suo ruolo di guida e indirizzo”, ammonisce in apertura di dibattito la dirigente Fiorella Pagliuca. Nessun dubbio sulla strada da seguire per evitare pericolose deviazioni, sempre più all’ordine del giorno. “La cultura, la conoscenza sono valori irrinunciabili. I nostri ragazzi devono studiare, credere nella formazione. E’ l’unico modo per costruirsi un futuro importante e contribuire alla crescita e al miglioramento della nostra società”, aggiunge la dirigente.

Al confronto, aperto dai saluti della locale amministrazione, sono intervenuti anche il presidente del CdA del Consorzio A5, Ciro Aniello Tango e il direttore generale del Consorzio A5, Carmine De Blasio. Scrittrice, psicologa e psicoterapeuta, Parsi studia da quarant’anni la famiglia e le complicate dinamiche genitori-figli. Divenne nota al grande pubblico alla fine degli anni settanta con la pubblicazione di Animazione in Borgata (Savelli, 1976) a cui fece seguito un libro di grande successo sugli adolescenti difficili: Lo scarico (Savelli, 1978). “Oggi la famiglia deve fare i conti con il digitale, diventata rapidamente agenzia educativa dei nostri figli. Il digitale ha bypassato famiglia e scuola, e non possiamo non tenerne conto”, precisa la scrittrice.

Sugli ultimi episodi di violenza verificatisi in alcune scuole di Avellino invita a non enfatizzare il fenomeno del bullismo: “La violenza c’è sempre stata, non creiamo modelli che possono esaltare questi ragazzi. Non è possibile parlare sempre e solo di bulli, anoressiche e drogati. Quando inizieremo a parlare dei nostri talenti? Quando daremo voce ai tanti giovani che hanno idee e progetti importanti? Bisogna uscire da questo labirinto, e la comunicazione può avere un ruolo fondamentale. I telegiornali, che riportano solo notizie negative, sono lo specchio di una società che deve cambiare rapidamente marcia e prospettiva”.

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