Dal Partenio-Lombardi, Claudio De Vito – Ciò che colpisce di Riccardo Marchizza al primo impatto con i colori biancoverdi è l’umiltà abbinata alla determinazione di chi ha tutta la voglia di imporsi sul palcoscenico dei professionisti. Un talento in erba scortato da papà Giancarlo e dalla fidanzata Giorgia, che insieme all’agente Michelangelo Minieri hanno seguito le battute finali della trattativa di prestito dal Sassuolo.
“Arrivo in punta di piedi”. Lo dice ben due volte durante la conferenza stampa di presentazione il difensore cresciuto nel vivaio della Roma, che indosserà la maglia numero 3 preferita al 16 e al 28 rimasti inutilizzati. “C’è una batteria di centrali già consolidata che ha svolto tutto il ritiro finora e il mister conosce le loro caratteristiche” sottolinea il classe ’98, che svela un retroscena passato.
“Tre anni fa promisi al direttore che sarei venuto qui una volta uscito dalla Primavera della Roma – racconta Riccardo Marchizza – appena è finito il campionato ho trovato subito l’accordo con l’Avellino, poi sono andato al Sassuolo che alla luce dell’investimento compiuto ha voluto valutare se cedermi in prestito o tenermi. Ma al mio procuratore ho sempre detto che la mia prima scelta sarebbe stata l’Avellino in caso di B”.
Un’affermazione tra i grandi affidata alle sapienti mani di Walter Novellino. “Ci siamo sentiti tanto in queste settimane – confessa il neo acquisto biancoverde – è un onore e un vantaggio per me lavorare con un allenatore che ha fatto la storia del calcio italiano. Gli ho sempre manifestato la mia voglia di giocare con l’Avellino”.
Volto pulito ma grinta da vendere: “La pressione della piazza funge da stimolo – ammettere – è fondamentale per crescere sia a livello umano che tecnico”. Il fisico è integro: “Ho avuto un problema alla caviglia durante il ritiro ma ora sto bene, devo soltanto migliorare nei contrasti”.