VIDEO/ “Lunedì ci sarò ma non mi ricandido”. Alto Calore, l’exit strategy di De Stefano

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Renato Spiniello – “Lunedì sarò in Assemblea ma non mi ricandiderò”. Il numero uno di Alto Calore Servizi, Lello De Stefano, stamane in conferenza stampa presso la sala riunioni dell’ente di Corso Europa, ha delineato la sua exit strategy dall’azienda idrica con otto mesi di anticipo tramite la ristrutturazione secondo la legge Madia e richiamato i tre attori principali, ovvero i sindaci soci, la Regione Campania e il personale, a un contributo importante per salvare la società che gestisce l’acqua pubblica in provincia e in parte del Sannio.

“Il nuovo corso – spiega il manager – prevede un piano triennale ed è giusto che i miei successori abbiano mandato pieno. In questi anni ho servito la mia terra con dignità e onore, assicurando sempre gli stipendi (proprio stamane è stato firmato il decreto anche per la prima rata della quattordicesima, ndr). Ai successori lascio un piano di ristrutturazione che è un patrimonio”.

La vicenda era nota già dal 29 dicembre scorso, avendo scelto la Madia l’attuale Cda, che approva il piano di risanamento, anticipa di un anno la sua uscita di scena, lasciando il posto a un amministratore unico che sarà Michelangelo Ciarcia, in quanto Presidente del Collegio di Revisore dei Conti.

“Avevo dato la mia parola e la mia famiglia mi ha insegnato che la parola si deve sempre mantenere. Alcuni mi hanno chiesto di candidarmi come nuovo au, ma non lo farò”.

Ciarcia, già candidato alla segreteria del Partito Democratico provinciale, traghetterà l’ente fino a nuova elezione. “Con lui l’azienda sarà in buone mani – sottolinea De Stefano – intanto incassati i fondi e l’appoggio della Regione, toccherà ai sindaci dire sì all’aumento di capitale. Un eventuale fallimento decreterebbe la fine della gestione pubblica dell’acqua”.

Nel primo caso Palazzo Santa Lucia ha già confermato i venti milioni all’anno per tre anni sulle opere, oltre alla possibilità che i lavoratori vengano impegnati nella realizzazione di quest’ultime.

“Così si assicurerà il futuro all’azienda” ha concluso il leader uscente, che ha voluto tracciare anche un bilancio dei suoi cinque anni di gestione: dall’elezione del 25 luglio 2013 all’uscita di scena, passando per la tante criticità affrontate e le azioni amministrative e di gestione messe in campo, soprattutto nel 2017, l’annus horribilis di Alto Calore.