Marco Grasso – Il tour dell’ottimismo è iniziato quasi per gioco. “Ricordo ancora i primi incontri nelle Università italiane. Non è stato semplice, nessuno ci voleva, nessuno voleva Luca Abete: temevano che potessi fare qualche scoop, far venire fuori qualche magagna. Poi, piano piano, la nostra iniziativa è piaciuta, ha iniziato a raccogliere consensi. Parlare con i giovani è importante, sono loro la nostra forza, il nostro futuro”.
Il popolare inviato di “Striscia la notizia” si gode il panorama mozzafiato del Castello della Leonessa di Montemiletto e torna indietro nel tempo, agli inizi di una sfida che oggi, nel giro di quattro anni, è diventato un appuntamento molto atteso e partecipato in tutt’Italia. #Noncifermanessuno è il grido di battaglia di Abete, convinto che i giovani abbiano risorse straordinarie, spesso inespresse, che hanno magari solo bisogno della giusta dose di coraggio ed entusiasmo.
Il suo incontro con i ragazzi irpini ha di fatto aperto “Le 4 Notti dei Briganti”, rassegna culturale di Montemiletto che, tra spettacoli, divertimento, incontri ed enogastronomia, andrà avanti fino a domenica 5 agosto.
“La nostra provincia ha potenzialità enormi. E’ un peccato che certi territori non siano ancora valorizzati al massimo, basterebbe poco per accendere la scintilla. Bisognerebbe mettere in rete le energie, le idee. Forse manca un coordinamento, un momento di sintesi e regia che consenta di andare oltre i singoli eventi, di creare un movimento, un flusso continuo. E’ stato così per il Salento e credo che, con le dovute differenze e le giuste proporzioni, possa nascere qualcosa di simile anche in Irpinia”.
Abete invita i ragazzi a scommettere su loro stessi. “Io ho iniziato facendo l’animatore prima e il pagliaccio poi. Ho cercato di fare sempre bene il mio lavoro, e forse questo mi ha premiato quando ho avuto l’opportunità di coronare il mio sogno. Quando ho partecipato al concorso di “Striscia” mi sono ritrovato un’intera provincia al mio fianco. Mi hanno votato in centinaia e cantinaia perchè si ricordavano di me come animatore delle feste, perchè avevo fatto bene il mio lavoro e lasciato un buon ricordo”.
“Ecco – conclude Abete – io non credo che la gente sia ingrata, la gente vuole semplicemente essere ascoltata, vuole sentire il calore, scambiare emozioni e sensazioni. A me è andata proprio così. Ho regalato sorrisi e poi, a distanza di anni, mi sono ritrovato tutti vicino. E’ quella che io ribattezzato la legge del clown”.