VIDEO/ Le sue vittime prescelte erano gli anziani: smascherato truffatore seriale. Era legato al Clan Bosti

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Sceglieva accuratamente le sue vittime prima di agire. Prediligeva gli anziani. A loro si presentava come avvocato chiedendo, con modi gentili, somme cospicue di denaro per sbloccare delle pratiche aperte dai rispettivi figli presso un Istituto bancario. Prima di fare ciò, però, anticipava la sua visita contattando telefonicamente le vittime prescelte.

Si tratta di un 47enne di Napoli legato al Clan Bosti, clan operante tra Forcella e zona Tribunali negli anni ’90 e specializzato nel contrabbando di sigarette e traffico di sostanze stupefacenti.

L’uomo, a quanto sembra si era specializzato in truffa, e, dai primi accertamenti sembra che agisse da solo senza il supporto di alcun collaboratore.

Le manette sono scattate ieri mattina. L’uomo è stato raggiunto in zona Tribunali (Napoli), dove a ‘sorvegliarlo’ e proteggerlo c’erano le donne di famiglia.

Ora si trova a disposizione dell’Autorità Giudiziaria presso l’Istituto penitenziario di Poggioreale.

MODUS OPERANDI

Si fingeva, a telefono, figlio delle anziane vittime prese di mira, anticipando che di lì a poco sarebbe passato un collaboratore dello studio legale a ritirare la somma prestabilita.

In uno dei casi registrati ad Avellino, nel mese di giugno, l’uomo è riuscito a mettere a segno la sua truffa intascando circa 3mila euro.

Nel secondo caso, però, il tentativo è andato in fumo e, dalla targa della sua Fiat Panda fotografata dalla videosorveglianza (auto presa a noleggio presso una società di Capodichino) la Polizia è riuscita a dare un nome ed un volto al truffatore seriale.

I DETTAGLI SVELATI DURANTE LA CONFERENZA STAMPA  DELLA QUESTURA DI AVELLINO  

E’ stato il vicequestore Elio Iannuzzi a descrivere, in conferenza stampa, il modus operandi del truffatore e ad evidenziare l’importante lavoro investigativo svolto in questi mesi in sinergia con la Procura di Avellino.

I fatti risalgono al giugno 2018.  Sono due i casi che hanno permesso alla Polizia di bloccare l’uomo ma, non si escludono altri casi di truffa perpetrati sempre a danno di altri anziani. L’auto sulla quale viaggiava, infatti sarebbe stata vista transitare almeno una quindicina di volta in città.

Il primo episodio, descritto in conferenza stampa dal vicequestore Iannuzzi,  vede il sedicente avvocato presentarsi come figlio della persona da truffare ed avrebbe annunciato tramite una telefonata che avrebbe dovuto ritirare un assegno presso un Istituto bancario di 11mila euro. Per sbloccare questa pratica, però, i genitori avrebbero dovuto consegnare 3mila euro al collaboratore del suo Istituto legale. Collaboratore che sarebbe giunto di lì a poco presso la loro abitazione.

E così entra in gioco il sedicente avvocato. Un uomo – secondo l’identikit della Questura – alto 1 metro 75 centimetri, con capelli lunghi, abbronzato, ben vestito e dai modi molto gentili.  In apparenza un uomo di cui fidarsi. Ma solo in apparenza.

Un vero e proprio professionista della truffa che, almeno in un caso (quello da poco descritto), è riuscito a farsi consegnare la somma stabilita. Prima di fuggire con il bottino  l’uomo, per non destare sospetto, ha lasciato alle sue vittime il numero della pratica utile per sbloccare l’iter avviato in banca.

Una volta andato via, però, i genitori hanno contattato il proprio figlio per avvisarlo ed è lì che hanno scoperto il raggiro.

Nel secondo caso il tentativo di truffa, per fortuna, è andato a vuoto. Con la stessa modalità d’azione, il sedicente avvocato ha contattato le vittime chiedendo loro di consegnare al 1000 euro al collaboratore dello studio legale al quale si era rivolto il figlio. Somma di denaro che, avrebbe permesso allo stesso di ritirare in banca un bonifico di 3mila euro.

Quando, però, la vittima ha confermato di non aver contanti in casa il truffatore si è incastrato da solo, dicendo che si sarebbe accontentato anche di gioielli. La vittima insospettita ha contattato la Polizia. Grazie agli impianti di videosorveglianza presenti in zona, gli agenti sono riusciti a ‘fotografare’ sia il viso dell’uomo che la targa dell’auto sulla quale viaggiava.

Dalla targa, in un primo momento gli agenti sono risaliti ad una società (fantasma) di Isernia adibita al noleggio di auto. Infatti, secondo gli accertamenti della Polizia, nel posto in cui avrebbe dovuto trovarsi la sede della società, vi era un’agenzia di scommesse.

A seguito di ulteriori accertamenti si è scoperto che la Fiat Panda era stata noleggiata a Capodichino. Da quel momento le prove sono divenute certezze e per il finto avvocato non c’è stata più via di scampo.

Infatti, una volta raggiunto a casa, dalla Polizia, non ha potuto far altro che ammettere le sue colpe.