“Un Capo che ha saputo sorridere, anche nei momenti difficili. Ha saputo chiedere scusa quando bisognava farlo. Un uomo delle Istituzioni, un grande investigatore, una persona che sapeva stare con la gente e tra la gente. Questo è il mio ricordo del Capo”. E’ il ricordo carico di emozione che il questore di Avellino Pasquale Picone ha affidato nel giorno in cui ricorre l’undicesimo anniversario della morte di Antonio Manganelli, che ha lasciato una traccia indelebile nella Polizia di Stato. Nella mattinata di oggi, presso la Chiesa della Ss.ma Trinità dei Poveri di Via Morelli e Silvati di Avellino, in una cerimonia officiata dal cappellano Vincenzo Spagnuolo, alla presenza delle massime Autorità Militari e Civili della Provincia, a partire dal prefetto Paola Spena e la sorella del prefetto Manganelli.
Emozione doppia per Pasquale Picone, visto che la cerimonia di questa mattina l’ha organizzata e voluta da questore di Avellino. Non avrei mai immaginato di stare qua questo giorno come questore di Avellino e ricordare il prefetto Manganelli. E’ stato il mio capo della Polizia, ci siamo incontrati spesso ad Avellino, voleva sapere sempre tutto di Avellino. Era molto legato, come me, a questa terra”. Anche se avrebbe preferito non dover celebrare questo anniversario, “avrei preferito poter avere il prefetto Manganelli con noi” dice il questore, le occasioni di memoria sono anche un’occasione per costruire un futuro migliore..Le tracce che ha lasciato Manganelli sono tante, come gli insegnamenti e anche le innovazioni: “Ci ha dato un metodo di lavoro, quello che partiva dal soddisfare i bisogni della gente, noi siamo un’istituzione al servizio della gente, dobbiamo andare avanti consapevoli di questo nostro compito, di questa nostra missione. In Polizia si entra per fare i poliziotti, serve pero’ anche passione nell’essere poliziotto. Quella che io a 56 anni conservo ancora e che fino all’ultimo giorno di servizio sarà così”.