Fabrizio Nigro – Il Comune di Pietradefusi, guidato dal primo cittadino Giulio Belmonte, ha conferito la cittadinanza onoraria all’attuale Questore di Napoli Antonio De Iesu, illustre figlio del piccolo centro irpino di appena 2mila abitanti.
Le radici del Questore De Iesu, infatti, affondano proprio a Pietradefusi, paese che diede i natali a suo padre Faustino, anch’egli poliziotto e leale servitore dello Stato.
E la data dell’onoreficenza non è stata scelta a caso, poiché coincide proprio con la ricorrenza dei 300 anni dalla nascita di San Faustino, patrono della comunità.
La solenne cerimonia di conferimento dell’importante riconoscimento istituzionale, si è tenuta presso l’aula Consiliare del Palazzo Municipale di Pietradefusi, alla presenza delle massime autorità civili e militari, sia irpine che sannite.
Una lunga carriera, quella del Questore De Iesu, costellata di brillanti successi e soddisfazioni professionali.
Il suo ingresso in polizia risale al 1973, quando a soli 18 anni indossò per la prima volta la divisa seguendo le orme del padre.
Nel 1982, a seguito di un violento conflitto a fuoco con alcuni esponenti della Nuova Camorra Organizzata, venne ferito riportando la frattura della tibia. Un episodio, quest’ultimo, che gli valse il riconoscimento dello status di “Vittima del Dovere e della criminalità organizzata”.
Dopo aver ricoperto per circa dieci anni l’incarico di Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli, nel 2007 ottenne la nomina a Questore di Avellino, prima di essere trasferito a ricoprire il medesimo incarico dapprima a Salerno, poi a Bari ed infine a Milano.
Recentemente, proprio in veste di Questore di Milano, De Iesu è venuto alla ribalta della cronaca italiana ed internazionale per la morte del terrorista tunisino Anis Amri, l’attentatore del mercatino di Natale a Berlino, rimasto ucciso il 23 dicembre 2016 a Sesto San Giovanni, a seguito di uno scontro a fuoco con alcuni agenti di Polizia.
“Sono onorato dell’iniziativa dell’amministrazione comunale perché mi sono state riconosciute delle qualità e delle benemerenze che probabilmente non ho – ha affermato De Iesu – Ma sono felice soprattutto perché, per me, tutto è nato qui. Questo è il luogo che ha dato i natali a mio padre, ed è lui che mi ha accompagnato nel mio lungo percorso di vita, facendomi da buon maestro. Questo riconoscimento mi ricorda di lui, e mi lega fortemente a questo paese a cui mi sento profondamente radicato”.
“Sono stato a Pietradefusi a cavallo del terremoto del ’62 – ricorda il Questore – e frequentavo spesso il monastero delle suore. Inoltre, ero solito giocare con una bambina che viveva accanto alla casa colonica dei miei genitori. Dopo tanti anni, sono ancora ricordi che restano vividi nella mia memoria”.
“Sono stato Questore ad Avellino proprio durante i forti periodi di turbolenza dovuti all’apertura della discarica di Savignano Irpino, e durante la guerra tra i clan malavitosi dei Cava e dei Graziano, a cui infliggemmo duri colpi. L’Irpinia si divide ancora in due parti: quella che volge verso il nolano, che resta la più difficile, e quella bucolica che volge al Terminio che deve essere costantemente preservata. In contesti meno caotici come quelli delle città metropolitane, questo è sicuramente possibile grazie all’attivo contributo dei cittadini, che spesso fungono da importanti controllori del territorio”.