AVELLINO- Le lacrime e la commozione della presidente Sonia Matarazzo, un “ciao Lorenzo” della mamma Luisa, che ha ricordato il suo “incontenibile entusiasmo” e che vive in tutti quelli che lo ricordano, dicendosi certa che Lorenzo avrebbe voluto che questo fosse un giorno di gioia, le brillanti discussioni di nove giovani praticanti e avvocati, una giuria tecnica ed una “popolare” composta dagli studenti di tre classi del Colletta. Ma anche le lacrime di Biancamaria D’ Agostino e il ricordo di uno dei suoi riferimenti, Gerardo Di Martino, che in lacrime ha testimoniato tutta la caparbietà di Lorenzo e la scelta di andare in udienza anche quando si erano manifestati i primi sintomi di quella malattia che lo avrebbe strappato ad amici e affetti. Infine la “vittoria” (perché pur sempre di una gara si trattava) di un giovane praticante che sette anni fa aveva partecipato all’edizione che aveva consacrato la vittoria del giovane penalista di cui oggi si celebrava la memoria proprio con un Certamen oratorio, ovvero l’avvocato Lorenzo Scafuri, strappato all’ affetto dei suoi familiari e della comunità giudiziaria, non solo i suoi colleghi ma anche i magistrati e gli operatori della Giustizia, che apprezzavano quel giovane e promettente avvocato. Sono le istantanee di una mattinata di profonda umanità e grande competenza che hanno caratterizzato il Certamen Oratorio dedicato alla memoria di Lorenzo Scafuri. Alla fine a convincere le due giurie, ottenendo entrambi i ricoscimenti in palio e’ il praticante Alessandro Porfido. Ma al di là dell’esito, quella organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, dalla Camera Penale, dai Giovani Penalisti e dall’Aiga e’ stata una parentesi di grande umanesimo, non solo giuridico ma anche sociale per la comunità giudiziaria avellinese. Oltre ai codici, ai riti, alla dialettica e alle discussioni anche serrate, esiste una profonda connessione umana, che è stata evidente in una mattinata dedicata al giovane Lorenzo Scafuri.
I PARTECIPANTI
Sono state tutte delle brillanti discussioni su un caso di tentato omicidio quelle svolte davanti al Collegio “tecnico” e “popolare” dai giovani professionisti e praticanti che hanno partecipato al Certamen. A partire dalla dottoressa Dalila Capacchione, la dottoressa Cirillo Pasqualina, l’avvocato Simone Imparato, l’avvocato Luca Pellecchia, il dottore Picca Gianmaria, il dottore Alessandro Porfido, la dottoressa Santaniello Chiara, il dottore Gianmarco Santoro, la dottoressa Sibilia Caterina. Alla fine il doppio premio è andato al dottore Alessandro Porfido, che è un giovane praticante ma studia per realizzare il suo sogno: diventare magistrato. A tutti loro sono andati gli apprezzamenti della giuria tecnica. A comporre questo collegio c’erano tre magistrati e tre avvocati. I presidenti di due Collegi della Sezione Penale del Tribunale di Avellino, i giudici Sonia Matarazzo e Lucio Galeota, il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma, il presidente dell’ Ordine degli Avvocati Fabio Benigni, il presidente della Camera Penale Gaetano Aufiero, l’avvocato Biancamaria D’Agostino.
LA “LEZIONE” DELLA PRESIDENTE MATARAZZO AI GIOVANI: STILE E STUDIO SIANO MODELLI
Schiva, inflessibile, anche dura con tutte le parti in aula durante le istruttorie, determinata e molto probabilmente nell’immaginario di chi frequenta abitualmente le aule giudiziarie anche severa. Questa mattina però della presidente Sonia Matarazzo restano le lacrime di commozione ricordando quel giovane che aveva “stile e voglia di partecipare sempre alle udienze in maniera collaborativa” che frequentava le sue udienze monocratiche. “Ho partecipato con molto piacere- ha spiegato la presidente Matarazzo- perché chi mi conosce sa che sono molto schiva e raramente partecipo a manifestazioni di questo genere. Tanto premesso, credo che i giovani partecipanti, praticanti o già avvocati, abbiano rispettato in pieno l’oggetto del Certamen. Avendo manifestato una capacità oratoria che non è semplice portare nelle aule di udienza e nel processo penale. Oggi vediamo che molto spesso, purtroppo devo dire, l’oratoria viene messa da parte, si arriva immediatamente alle conclusioni. Difficilmente si commenta l’attività istruttoria e non è a mio parere un modo giusto di celebrare il processo penale. E’ un processo in cui i giudici ascoltano rappresentate le vostre argomentazioni, in maniera tecnica, corretta e anche con garbo. Perché l’educazione e il garbo sono delle qualità che noi apprezziamo negli avvocati. Per cui non trascurate questo vostro aspetto della professione. Non è solo virtuosismo, ovvero riempire di tecnica, questo nel rispetto dei vostri clienti e del Tribunale che decide sulla base delle vostre argomentazioni. Molto spesso mi capita nello studio dei fascicoli di pensare di dover decidere la causa in un certo modo, dopo aver ascoltato le parti, mi determino in maniera completamente diversa. L’invito che voglio rivolgervi per il futuro e’ quello di trovare sempre la motivazione per lo studio e per svolgere al meglio il vostro lavoro, a prescindere dagli altri aspetti che pure devono essere tenuti in conto e sono importanti”.
IL PREMIO AD ALESSANDRO PORFIDO
“In camera di Consiglio siamo stati tutti immediatamente concordi nell’apprezzare il coraggio che avete avuto di iscrivervi al Certamen, la tecnica e la fermezza con la quale avete sostenuto le vostre tesi. Naturalmente dobbiamo individuare un vincitore, che secondo noi è il dottore Alessandro Porfido”. E ha aggiunto “abbiamo valutato anche in relazione alla giovanissima età, e’ un praticante e non ha ancora frequentato le aule giudiziarie, forse è la prima volta, sicuramente per la prima volta si cimentava nell’arte oratoria. Ciononostante ha dimostrato una serenità nell’esposizione, che vi consiglio sempre di avere. Perché l’animosita’ molto spesso non fa apprezzare motivazioni tecnicamente corrette. Un eloquio che naturalmente è stato valutato molto positivamente e anche la grande disinvoltura con cui ha affrontato l’arringa”. Lui, il giovanissimo vincitore del Certamen ha voluto evidenziare come le manifestazioni come quella di oggi siano occasione per apprezzare la bellezza dell’oratoria nelle aule giudiziarie, cosa sempre più rara per chi frequenta i Tribunali.