VIDEO/ Giornata della Memoria, le leggi razziali spiegate ai bambini

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Agli alunni, anche a quelli più piccoli, si può parlare di atti gravissimi come l’antisemitismo e le leggi razziali senza correre il rischio di traumatizzarli. Con molta sensibilità e tatto si può aiutarli non solo a conoscere la storia ma anche a riflettere sulle grandi ingiustizie del mondo e sulle cattiverie compiute dall’uomo sull’altro uomo. Ne è un esempio la lezione tenuta da Francesca Fasolino che, con l’ausilio di tre pupazzetti, ha incantato docenti e alunni della scuola primaria di Parolise inseminando in loro il fiore della pace e della tolleranza.

Alla conferenza, a cura del giornalista Erminio Merola, sono intervenuti la sociologa Manuela Ferrara, il parroco Don Antonio De Feo, l’economista Francesco Ferrara, la dirigente scolastica Fiorella Pagliuca e il vicesindaco Antonio Ferullo.

L’intervento della Fasolino è partito con la presentazione delle leggi di Norimberga.

«La politica di Hitler – ha spiegato la giornalista di PiuEconomia Campania – era fondata sulla supremazia del popolo tedesco ma nascondeva un concetto più triste che era quello di promuovere una razza, quella ariana, per determinare lo sterminio degli ebrei, degli zingari e degli invalidi. I veri e propri atti persecutori hanno inizio nel 1935 con l’emanazione delle leggi di Norimberga con le quali si inizia a parlare di differenza tra le razze e di distinzione tra le persone. Non si accetta più chi è diverso».

Francesca Fasolino ha quindi provato a interagire con gli alunni indicando prima una bimba con le treccine, che le ha risposto con un sorriso, e poi un bimbo con gli occhiali, che si è intimidito e ha subito provato a toglierli. «Non devi nascondere i tuoi occhiali – ha sottolineato la giornalista- perché quegli occhiali rappresentano uno dei tuoi tratti distintivi di cui devi essere orgoglioso in quanto ti rendono speciale agli occhi degli altri. E tutti voi dovete essere felici di vivere in uno Stato come il nostro che valorizza le vostre differenze».

Dopo queste premesse, la giornalista ha tirato fuori dallo zaino tre pupazzetti: un cane, un orso e una pecora, li ha sistemati sul banco e ha chiesto ai bambini di immaginare che questi rappresentassero delle persone che vivevano nella Germania di quegli anni.

Da qui è partito il momento topico della lezione che vi riproponiamo in questo breve filmato.