“L’ex Irisbus deve continuare ad essere una questione nazionale. Ci siamo battuti perché arrivassero il lavoro e le commesse, e ora bisogna partire, a Bologna come a Flumeri”. Davanti allo stabilimento Fca di Pratola Serra per parlare dell’emergenza diesel, il segretario nazionale della Fiom Cgil Michele De Palma si sofferma anche sul futuro dell’azienda di Flumeri. “I tavoli ministeriale non ci interessano più, bisogna andare oltre. Si sono create le condizioni per rimettere in carreggiata lo stabilimento, ora è necessario far partire la produzione. Ci sono lavoratori che hanno combattuto per anni per mantenere il posto di lavoro”.
Futuro incerto anche per Fca. Il progressivo ridimensionamento della produzione di motori diesel è uno scenario decisamente preoccupante per lo stabilimento irpino. “Gli ultimi dati di mercato sono inquietanti e, purtroppo, confermano un trend che noi avevamo annunciato da tempo. In questi mesi siamo rimasti da soli a portare avanti certe battaglie, speriamo che ora si possa riprendere un percorso unitario e condiviso”.
Il quadro complessivo degli stabilimenti Fca resta complicato: a fronte di un aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali si registra una continua riduzione delle ore di lavoro. Un trend che, nonostante qualche leggero miglioramento, va di fatto avanti dal 2008, da quando cioè la crisi economica ha travolto il nostro Paese.
Il primo giugno è previsto l’Investor Day di Fca: sarà il momento in cui Marchionne presenterà il nuovo piano industriale. “Non dovremo farci incantare da slide e progetti. Marchionne dovrà dirci quanti lavoratori saranno impiegati in ogni stabilimento e cosa si produrrà. Vogliamo tempi e impegni precisi, servono garanzie precise”, incalza De Palma.
Parallelamente all’Investor Day, la Fiom conta di organizzare il Worker Day. “Il lavoratore deve essere al centro di ogni progetto. Non è più possibile chiedere sacrifici sempre e solo agli operai. Bisogna aprire una nuova stagione di confronto, per questo auspico la ripresa di un dialogo costruttivo internamente al sindacato. Non è più possibile portare avanti divisioni e contrasti che vanno accantonati per il bene dei lavoratori”.