Marco Imbimbo – L’associazione è attiva da agosto su tutto il territorio nazionale e il quotidiano “il Giornale” ospita già alcune sue produzioni. Da febbraio l’offerta di “CulturaIdentità” si amplia perché nelle edicole comparirà anche una rivista mensile di 32 pagine. Lo scopo è quello che ha fatto nascere l’associazione: ridare la giusta dignità alle eccellenze del nostro Paese, in tutti i settori, e rilanciare il concetto di italianità in un periodo in cui l’esterofilia la fa da padrona.
Le ambizioni di “CulturaIdentità” sono chiare e sono state illustrare presso Sala Grassi di Palazzo Caracciolo da Edoardo Sylos Labini, presidente dell’associazione, Sabino Morano, presidente Primavera Irpinia, Alessandro Sansoni, Responsabile Campania dell’associazione, Luigi Savoia, attore e regista, Ettore De Conciliis, delegato Asi provincia Avellino, Benevento, Caserta.
«Il movimento è nato ad agosto e sta aggregando su tutto il territorio italiano associazioni, artisti, onlus e imprenditori che vogliono ritrovare il nostro patrimonio artistico e cultura e la nostra identità italiana – spiega Labini. La novità è che dal primo febbraio avremo un mensile di 32 pagine in allegato al quotidiano “il Giornale”.
Oltre a riservare un passaggio sulle tradizioni irpine, Labini annuncia anche la volontà di realizzare un festival in provincia. «Sarà sul modello di quanto fatto ad agosto nel Salento. Daremo spazio agli artisti presenti sul territorio, ci saranno presentazioni di libri, spettacoli, incontri con personaggi famosi del mondo dello spettacolo e della cultura. Cinema, musica, arte, teatro e territorio sono cose che fanno Italia, sembra banale a dirsi ma nessuno sa valorizzarle adeguatamente».
Sabino Morano contesta duramente quello che definisce uno «dei limiti del nostro Paese in cui si tende a sottostimare quello che è italiano. Magari facciamo venire gli architetti giapponesi a disegnare le nostre città mentre Tokyo chiamano Renzo Piano». L’eccesso di esterofilia, secondo Morano, è presente in ogni settore, dall’arte alla politica passando per l’economia. «Pur di inseguire ciò che non è italiano, ci prendiamo il peggio dagli altri Paesi», denuncia. «Dobbiamo riappropriarci di un orgoglio culturale, invece di continuare a sottostimare le cose del nostro Paese».
La rivista che vedrà la luce a febbraio sarà «il fiore all’occhiello di quanto fatto finora – spiega Alessandro Sansoni. Avrà 32 pagine e sarà stampata in 70 mila copie». I contenuti riguarderanno la cultura, l’arte, ma soprattutto le esigenze dei territori. «Nel Paese c’è un’inversione di rotta. La gente ha una visione precisa su immigrazione, famiglia e rapporto con lo Stato, principalmente con la pressione fiscale. C’è un recupero del principio dell’italianità, come dimostra il consenso in crescita intorno alla figura di Matteo Salvini – prosegue Sansoni. “CulturaIdentità” nella sua logica di rete prova a riprendere in mano il senso dell’appartenenza, innanzitutto recuperando l’amore per il patrimonio storico e culturale dei territori, infatti il giornale sarà molto attento non solo al Paese ma proprio ai territori con pagine dedicate alle varie regioni». Un modo questo anche per contrastare quanto propone l’industria culturale che spesso non tratta temi «invece graditi al pubblico».
Luigi Savoia, da attore e regista, restituisce quella che è la fotografia di come viene trattata l’arte in Italia al giorno d’oggi. «Per il circuito turistico, l’Italia è ricca di città d’arte, ma questo non deve riguardare solo l’architettura, anche poesia e letteratura». Temi sui cui il Paese sembra essersi fermato, ma che invece vanno rilanciati anche al giorno d’oggi. «Non dobbiamo fermarci a ciò che abbiamo ereditato», spiega Savoia. «Dobbiamo far venir fuori altre forme di arte contemporanea. In Italia ci sono centinaia di migliaia di famiglie che campano di questi mestieri».
Il sentimento di anti-italianità rischia di trasformarsi in un’offesa per tutte le scoperte che, nei secoli, sono state fatte nel Belpaese, come denuncia Ettore De Conciliis. «Inseguendo l’anti-italianità ci si dimentica che, senza le scoperte nella cultura, nella medicina e altro fatte in Italia l’avventura dell’uomo oggi sarebbe nettamente peggiore. Se ci dimentichiamo delle nostre radici non avremo più un futuro».