VIDEO/ Caso Iannace, in migliaia firmano la petizione: “Uomo perbene, non mollare”

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Ha raggiunto in pochi giorni oltre 800 sottoscrizioni la petizione lanciata su Change.org diretta al Ministro della Giustizia a sostegno di Carlo Iannace, il medico e consigliere regionale (eletto nella circoscrizione di Avellino nella lista De Luca Presidente) condannato dal Tribunale di Avellino in primo grado a sei anni (di cui 3 indultati) per tentata truffa, falso e peculato, nell’ambito del processo Welfare, che lo ha visto imputato per aver falsato cartelle cliniche relative ad interventi estetici spacciati per operazioni legate a patologie tumorali.

L’iniziativa è partita da Liberato De Feo e subito ha trovato il sostegno di centinaia di pazienti, amici e conoscenti che si sono riuniti in rete per realizzare una petizione da destinare al Ministro della Giustizia.

Tra gli attestati di stima che si possono leggere a margine della petizione tante frasi di affetto e solidarietà al medico sannita.

La petizione su Change.org
La petizione su Change.org

Così scrive Giuseppe De Venezia: “Carlo Iannace uomo perbene e uno degli ultimi medici rimasti che rispetta il giuramento prestato, svolgendo la professione a totale servizio del paziente e dell’ammalato senza pensare all’arricchimento personale o alla carriera”.

E ancora gli fa eco Patrizia Imbimbo: “È del tutto ingiusto. Il Dott. Iannace Carlo è un uomo ONESTO LEALE UMILE, oserei dire UNICO! Io, malata di cancro e tantissime altre come me non abbiamo futuro senza la sua costante instancabile amorevole presenza”.

Intanto, come disposto dal Tribunale, le carte della sentenza sono state girate alla Prefettura di Napoli, che a sua volta le ha fatte già recapitare a Roma alla presidenza del consiglio dei ministri, che alla prossima riunione (probabilmente a fine settimana) valuterà la sospensione di lannace dalla carica di consigliere generale, come previsto dalla Legge Severino per uno dei reati (peculato) per cui è scattata la condanna in primo grado. I legali di lannace sperano che la parte di pena indultata possa frenare l’atto di sospensione, rispetto al quale eventualmente sarà presentato ricorso al Tar per ottenere la sospensiva.

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