“Eravamo convinti di poter far bene con la spinta della nostra gente”. Dario Marcolin mastica amaro dopo lo scivolone interno con il Trapani che ha acuito la crisi biancoverde.
“Abbiamo giocato meglio in dieci contro undici, la squadra si è liberata di una zavorra – ha detto il tecnico bresciano – il Trapani in quel momento ha accusato il colpo, ma restano le cose negative, vale a dire i tre gol presi nonostante siamo passati a cinque in difesa. Se Tavano avesse segnato il secondo gol, il clima si sarebbe infuocato in nostro favore. I ragazzi hanno capito che i tifosi erano dalla loro parte e lo hanno sottolineato nello spogliatoio. Nell’intervallo mi sono arrabbiato con loro perché lanciavano troppi palloni lunghi e infatti nella ripresa abbiamo cambiato atteggiamento. E’ però un momento in cui alla prima palla storta in area sembra ci sia una calamita nella nostra porta”.
“La squadra era molto concentrata prima della partita, nello spogliatoio non parlava nessuno – ha rivelato Marcolin – affrontiamo le difficoltà a testa alta. Abbiamo corso più del Trapani gettando il cuore oltre l’ostacolo”.
Imperativo rialzarsi subito. “Sto pensando di partire qualche giorno prima per Vercelli – ha annunciato – proveremo il campo in erba sintetica. In alternativa andiamo ad Ariano Irpino sul sintetico. Dovremo fare assolutamente punti nella prossima partita. Confermerò il 3-5-2 – ha aggiunto – Tavano sarà titolare, Mokulu non sta facendo bene in questo periodo. Questo modulo assicura una maggiore copertura del campo, serve praticità ora. Basta con gli esperimenti e con le mezze figure”.
Il chiarimento sulle dimissioni di Perugia. “Ho cercato di dare una scossa ai calciatori, colpendoli nell’orgoglio – ha ammesso – ho detto loro che me ne sarei andato. Personalmente sarò qui fino a quando la proprietà lo vorrà, non mollo un centimetro. Sono orgoglioso di allenare questa squadra”.