VIDEO/ Avellino Calcio – D’Angelo: “I fischi ci devono rimbombare nella testa”

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Nei momenti delicati la sua faccia c’è sempre. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che indossa la fascia di capitano, ma Angelo D’Angelo è prima di tutto un leader legittimato dallo spogliatoio che non si sottrae al confronto pubblico quando le cose non vanno per il verso giusto.

E’ accaduto nei momenti bui della passata stagione sotto le gestioni Tesser e Marcolin – per non andare troppo indietro nel tempo – ora invece è giunta l’ora di radiografare la crisi di risultati di inizio stagione con Toscano alla guida.

Proprio con Toscano alla ripresa di lunedì c’è stato un colloquio in campo per cercare di capire insieme le cause del momentaccio. Ora invece la conferenza stampa per archiviare la batosta di Perugia e guardare avanti con orgoglio ad una sfida che potrebbe valergli il duecentesimo gettone con la casacca biancoverde cucita addosso ormai da circa sette anni.

“E’ uno dei periodi più brutti da quando sono qui” ha esordito il capitano dei lupi. “Le parole sono inutili, in questi momenti c’è soltanto da abbassare la testa e lavorare – ha spiegato – soltanto così si può uscire da queste situazioni. E’ capitato anche altre volte e ci siamo puntualmente rialzati. Spero che da questo momento in poi non ci saranno altre partite come quelle di Perugia, si può perdere ma non in questo modo. L’irpino è abituato a lottare dalla mattina alla sera e anche l’Avellino deve farlo. Essere belli non conta adesso: dobbiamo essere concreti a partire dalla gara con lo Spezia, avversario forte e quadrato”.

Domenico Toscano nell’occhio del ciclone. “Quando in Italia i risultati non arrivano – ha sottolineato D’Angelo – si punta il dito contro l’allenatore. Il mister però ha un carattere duro, la stessa tempra dell’Avellino”. Le responsabilità però vanno condivise. “Sono di tutti – ha precisato – c’è il momento degli applausi e quello dei fischi”.

Fischi che devono servire da lezione. “A Perugia ho voluto che tutta la squadra andasse sotto la curva a fine partita a prenderseli dopo la pessima figura – ha tuonato il mastino biancoverde con fare carismatico – non è da tutte le piazza portare mille persone in trasferta. Per me che vengo dalla gavetta è un fatto che inorgoglisce. Voglio che i fischi rimbombino nella testa di tutti perché in casa da noi non deve passare nessuno”.