VIDEO/ Attacchi ai giudici, il Procuratore Airoma: come avere la febbre e maledire il termometro

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AVELLINO- “Quando il giudice fa il suo mestiere per bene, potremmo dire alla Livatino, quindi e’ imparziale e non indifferente al vero, molto spesso dispiace o viene attaccato. E allora io dico sempre che c’è un controsenso, una condizione paradossale. Noi preferiamo prendercela con il termometro più che curare la febbre”. E’ l’esempio che il Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma ha proposto agli alunni della scuola “Leonardo da Vinci”, rispondendo alla domanda di uno studente sulla figura di Rosario Livatino nel corso dell’incontro con gli studenti sul tema della legalita’ e dei diritti promossa dall’Istituto scolastico guidato dal dirigente Vincenzo Bruno. E il Procuratore ha aggiunto: ” Non so se sono stato chiaro. Se io sono ammalato, devo cercare di curare la febbre, non e’ responsabile della mia malattia il termometro che la misura . A volte funziona, il giudice e’ come il termometro, misura la febbre, se e’ capace di rispettare la verita’ dei fatti ed osservare le regole, perche’ questo si chiede ad un giudice: rispettare le regole e la verita’ dei fatti. E allora se il giudice fa questo e’ un po come il termometro, misura la febbre, a volte da’ fastidio scoprire di avere la febbre. Però c’è, non e’ colpa del termometro. Però bisogna curare la febbre, che e’ un’altra questione, più seria. In questo Livatino e’ un modello, per i magistrati ma non solo”. Il magistrato ha anche ricordato che continua l’impegno per giungere al riconoscimento di Rosario Livatino “patrono” dei magistrati: “Ho preso qualche giorno nel fine settimana e sono andato in Sicilia, perché sono tornato nei luoghi dove ha vissuto e operato Rosario Livatino. Sono passato dove c’è la stele nel luogo dove è stato assassinato e devo dire sono stato anche dal vescovo di Agrigento, questo il motivo della mia visita, perché sto cercando di portare a termine una cosa un po impegnativa. Dopo la beatificazione di Rosario Livatino vorrei provare, insieme ad altri colleghi magistrati per la verità, di farlo proclamare “patrono” dei magistrati. Vorrei cercare di farlo entro fine anno, perché questo è l’anno giubilare, sarebbe una bella cosa”. Tutto sta accadendo così in fretta per Livatino, credo però che abbia un significato provvidenziale tutto questo. Tutte queste polemiche che riguardano i rapporti tra la politica e la magistratura, tra avvocati e magistrati. Ecco, se c’è una cosa che credo sia veramente bella di Rosario Livatino e’ questa sua capacità “unitiva”, questa capacità di unire. Livatino e’ considerato un modello in modo trasversale, universale, da tutti. Viene citato da magistrati, avvocati, dai politici. Perché? Perché Livatino incarna davvero il modello di magistrato che noi vorremmo ci giudicasse. La persona imparziale. Ma che significa? Magari chi di voi ha esperienza di calcio può pensare all’arbitro. Imparziale, ovvero che non parteggia per nessuna delle squadre in competizione. L’imparzialità è questa capacita’ di restare distanti, di non farsi coinvolgere, non avere interessi rispetto alle parti in causa. Ma imparzialità non significa indifferenza alla verità. Sono imparziale perché devo mantenermi distante rispetto alle parti, rispetto alle due squadre in campo. Ma non posso essere indifferente al vero: se c’e’ fuorigioco devo fischiarlo. Devo fischiare il fuorigioco. Non posso certo dire: vabbe’, adesso e’ fuorigioco, magari dopo non lo e’. Non posso fare le regole da solo, inventarmi le regole. No, il giudice è sottoposto alle regole, le applica. In questo senso e’ imparziale, distante, distaccato, non e’ cointeressato, non parteggia per nessuno,.ma rispetta la verità. Anche quando la verità dispiace, perché oggettivamente può spiacere a qualcuno delle parti in causa, chi perde non e’ contento”.