Antonella Marano – “Ancora una volta l’Irpinia è stata terra di rifugio dei latitanti. Anni fa a Sperone fu arrestato uno dei dieci latitanti più ricercati d’Italia. I fatti ci stanno mettendo davanti agli occhi delle verità che cerchiamo di non accettare ma che sono evidenti”.
Queste le parole del procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, che ospite della cerimonia di Fondazione dell’Arma dei carabinieri, elogia il grande lavoro dei carabinieri, dimostrano sempre una straordinaria professionalità ed un grande lavoro di sinergia tra le forze di Polizia.
Cantelmo fa riferimento alla cattura di Guglielmo Cirillo, latitante del clan Polverino. L’uomo, 28enne, originario di Marano, che si nascondeva in un’insospettabile villetta a Domicella.
Proprio su questo punto Cantelmo lancia un monito: “Ma, ed è questa la domanda più frequente quando si verificano queste situazioni, quando alcuni anni fa arrestarono il latitante Russo a Sperone la gente dove stava? Ed anche questa volta, a Domicella, la gente dov’era? Perché nessuno si è reso conto di quello che succedeva, di tutto quel movimento che c’era intorno ad uno dei cento latitanti più pericolosi d’Italia? Continuiamo a sottovalutare un fenomeno che diventa sempre più serio. Prendiamone atto”.
Ma il procuratore apre un’accurata riflessione sul fenomeno, sempre più in crescita, sul territorio irpino di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.
“Se avete notato – ha concluso il procuratore – durante la celebrazione di oggi della Fondazione dell’Arma dei carabinieri – quasi tutti i premi sono stati consegnati per operazioni antidroga, ciò significa che la provincia di Avellino è invasa da un fiume di droga”.
Per il procuratore lancia l’allarme “non esiste più il piccolo pusher o il piccolo spacciatore di quartiere o organizzazioni che si muovono sul territorio, deve esserci qualcosa di più serio alle spalle”.