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Vicenda 6×3: Ciampi rivendica. Ridente rincara: “Vicenda personale”. L’Aula diventa un’arena

Marco Imbimbo – La vicenda delle vele e dei 6×3 con i volti di otto consiglieri comunali, fatte girare in città, continua a far parlare di sé. Oggi l’Aula si sarebbe aspettata le scuse dal sindaco Ciampi o quanto meno un prendere le distanze, come subito aveva fatto l’assessore alla Cultura, Michela Mancusi, a cui sono andati i complimenti di molti consiglieri per la sua presa di posizione.

Il sindaco, invece, ha rivendicato quel gesto che lo ha visto protagonista: «E’ il nostro modo di comunicare». Ciampi ha ricordato quanto accaduto sulla variazione di bilancio per il Ferragosto e quella pregiudiziale posta dagli otto consiglieri finiti sulle vele che, a detta sua, ha bloccato gli eventi estivi. Le vele sono state definite come naturale conseguenza di quanto accaduto: «E’ soltanto legittima informazione che non ha leso alcun diritto di alcuna forza politica di informare su ciò che accade in quest’Aula», spiega Ciampi nel corso di un Consiglio comunale trasformato in arena, quasi con cori da stadio da parte del pubblico presente.

Una discussione dai toni accesi che è degenerata sull’intervento del consigliere pentastellato, Lorenzo Ridente, quando ha sottolineato: «La vicenda dei 6×3 non riguarda l’Aula, è una questione personale di otto consiglieri». Una dichiarazione che ha mandato su tutte le furie molti consiglieri presenti, costringendo il presidente, Ugo Maggio, a sospendere i lavori per sedare gli animi.

In apertura di Consiglio era stato proprio Maggio a bacchettare il primo cittadino sulla vicenda dei 6×3: «Bisogna abbassare i toni e cercare di lavorare seriamente, rispettando i consiglieri comunali. Rappresentano i cittadini e devono avere la possibilità di esprimere le loro posizioni in maniera serena».

Per il primo cittadino, però, la questione delle vele riguarda «fatti successi fuori dall’aula» e avrebbe preferito non parlarne in Consiglio per dedicarsi ad altro, ma «alcuni consiglieri hanno preteso che se ne parlasse». Lo stesso sindaco ha ricordato che la sua elezione ha posto fine a «50 anni di clientele» rincarando poi la dose con «la città ha chiaramente deciso che dobbiamo governare noi dopo anni di dittature».

Dichiarazioni che hanno reso il clima ancora più infuocato a cominciare da Nadia Arace: «Per voi la democrazia è un fastidio, preferite il plebiscito di like sui facebook», mentre Dino Preziosi ha ringraziato i militanti 5 Stelle che «hanno preso le distanze dalle vele». Per Stefano La Verde «Quelle vele portano il simbolo di un partito a cui appartiene il sindaco, la Giunta e il consigliere Ridente. Quindi o approvano questo modus operandi o si dissociano».

Le accuse a Ciampi e ai 5 Stelle sono piovute da ogni lato dell’Aula, con il sindaco che è stato accusato da più parti di venire manovrato «da qualcuno che sta sopra di lui». Il clima infuocato che si respira in Aula, secondo Luca Cipriano sarebbe frutto di una strategia precisa: «Ciampi ci vuole portare in una trappola, no so se per volontà sua o di chi lo comanda. Noi non ci dobbiamo cascare». L’obiettivo sarebbe quello di portare l’Aula a sfiduciare il sindaco per poi costruirci sopra la prossima campagna elettorale, ma «noi non ci cascheremo» ribadisce, invitando Ciampi a mettere un freno a queste provocazioni.

Concetto ribadito anche da Gianluca Festa: «I vertici romani del Movimento vogliono disputare una partita sulla pelle degli avellinesi. Vogliono che si rivoti subito per provare a vincere al primo turno. Questa amministrazione deve pensare a governare, invece di piegarsi ai vertici romani». L’appello ad abbassare i toni arriva anche da Livio Petitto e farlo nell’interesse della città, ma prima c’è bisogno di un passaggio importante che deve compiere Ciampi: «Si liberi dalla cappa che lo opprimo. Ha 48 ore di tempo per pensarci, poi ritorneremo in Aula per votare le linee programmatiche».

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