“Via la corruzione da Avellino”, lo sdegno dei contribuenti corre sui social network

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Avellino Corso Vittorio Emanuele
Avellino Corso Vittorio Emanuele

Peculato: nel diritto penale il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria; detto reato è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Tradotto: quando la Cosa Pubblica diventa un bancomat nella mani di gente senza scrupoli che ne approfitta per se e per i propri familiari o amanti.

Quando lo scandalo ha colpito il manager dell’Azienda Città Serivizi, società partecipata del Comune di Avellino, il questore Ficarra ha dichiarato: “Da un lato siamo felici di smascherare reati simili, dall’altro c’è tanta amarezza nel trovarsi di fronte a uno dei reati più odiosi”.

Ma le reazioni dei contribuenti avellinesi quali sono state?

Ovviamente, chiamati in causa, il primo pensiero non può che seguire le parole del grande Antonio De Curtis – in arte Totò – quando nella celebra pellicola “47 morto che parla” affermava tristemente: “… E io pago”.

“Anche solo un centesimo sottratto alla comunità, distolto da quella che è la sua reale ed originaria finalità, è un reato e tra i più odiosi in quanto contribuisce all’impoverimento individuale e collettivo”: ci rifacciamo ancora ad un estratto delle parole del questore di Avellino per esprimere la gravità della situazione.

Subito dopo la consapevolezza non resta che l’amarezza.

I telefoni della nostra redazione, così come la pagina Facebook di IrpiniaNews, sono stati presi d’assalto dai cittadini-contribuenti che, anche in lacrime, hanno espresso il desiderio di liberarsi dai delinquenti istituzionalizzati che depredano la ricchezza di tutti.

Segno che Avellino non ne vuole sapere di accettare questa aberrante normalità, il tempo di infilare la testa sotto la sabbia e difendere questa tipologia di persone è passato.

“Non ne posso più, i miei soldi dove vanno. Ho fatto sacrifici economici non indifferenti per far partecipare mio figlio ad un concorso pubblico, da cui è stato scartato nonostante elevati titolo di studio, per poi sapere che basta essere il cognato o l’amante di per andare avanti nella vita”. E’ stata la testimonianza di un’anonima che questa mattina ha condiviso – in lacrime – la propria esasperatezza sulla vicenda.

Sui social network, invece, il popolo irpino attende una risposta dal sindaco Foti e dai riferimenti politici rispetto al sistema di corruzione, voto di scambio e peculato che ruotava intorno ad Acs e alle cooperative collegate.

“Il contenuto delle telefonate riportate mi fa solo vomitare”: gridano dalla tastiere.

“Sto sindaco poi quando si toglie dalle p***e, pensare che il PD vergognosamente sostiene ancora questa amministrazione che ha… lavorato e lavora per il bene della città.”

E ancora…

“Questi sono i nemici del popolo”.

Ma il fil rouge delle sensazione lanciate dai social avellinesi è… “E’ quello che si merita chi ha votato e sostiene ancora quest’amministrazione. Avellino si liberi dalla corruzione“.

di Renato Spiniello

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