Vertenza Cgs, sciopero congelato. I sindacati avvertono: “No all’ingresso dei privati”

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Marco Imbimbo – Il tavolo in Prefettura sulla vertenza Cgs ha sortito una buona notizia: le spettanze arretrate verranno pagate. Il futuro, però, è ancora incerto. E’ ciò che è emerso al termine dell’incontro tra il Prefetto, Maria Tirone, e le rappresentanze sindacali tra cui Sergio Scarpa, segretario provinciale Fiom-Cgil, Giuseppe Zaolino, Fismic, e Luigi Galano, Fim-Cisl. Al momento lo sciopero dei lavorati viene congelato, in attesa dell’assemblea che si terrà mercoledì, ma i nodi da sciogliere restano tanti.

«Decideremo insieme ai lavoratori come procedere – spiega Scarpa. Da parte del Prefetto c’è stato il tentativo di conciliazione, ma non abbiamo ottenuto alcun chiarimento, ad oggi le distanze sono le stesse. L’azienda continuerà, purtroppo, a presentare questo concordato in bianco dopodiché ci sarà un piano industriale. Su questo noi vogliamo un confronto per capire come risollevare le sorti del Cgs». Da parte dei sindacati, inoltre, è arrivato anche l’appello al Prefetto di coinvolgere la Regione Campania: «La nostra è una delle poche province non tenuta in debita considerazione per quanto riguarda il ciclo integrato delle acque e anche la lavorazione del percolato», denuncia Scarpa.

Il dato positivo emerso del tavolo in Prefettura riguarda le spettanze arretrate per i lavorati, come sottolinea Galano: «Sono stati trovati i fondi per corrispondere il mese di novembre e la tredicesima. Chiaramente permane ancora, da parte del sindacato, una certa resistenza rispetto all’ipotesi della creazione di una società mista, che va scongiurata – spiega Galano. Questa possibilità aprirebbe all’ingresso di partner imprenditoriali genericamente intesi, senza che siano stati individuati o che abbiano al momento delle capacità finanziarie tali da poter tirare fuori dalle secche il Cgs». Non piace dunque un’ipotesi pubblico-privato alla guida del Cgs, con Galano preoccupato per ciò che avviene in altre province campane: «Ci sono anche notevoli preoccupazioni, da parte nostra, sul profilo etico e morale dell’eventuale partner imprenditoriale perché sappiamo tutti che la gestione dei rifiuti, in altre realtà campane, ha generato commistioni con il malaffare».

Sulla società mista pubblico-privato arriva il forte “no” anche di Zaolino: «Abbiamo smontato la tesi che sia l’unica soluzione – ribadisce. Oggi ci troviamo di fronte alla novità che l’Asi è in gravi difficoltà e, paradossalmente, le difficoltà si possono superare partendo dal presupposto che si salvi il Cgs. Per riuscirci abbiamo dato una disponibilità condizionata: un piano di riorganizzazione della pianta organica che non preveda esuberi. Chi dovesse rimanere senza lavoro, verrà accompagnato su un piano di incentivazione all’esodo. Se ciò dovesse accoppiarsi all’accoglimento del concordato, non si giustifica come, una volta sistemati Asi e Cgs, debba arrivare il privato. Il confronto si apre su queste nuove basi».