Vertenza Aias, le famiglie dell’Alta Irpinia si mobilitano: “Garanzie per i nostri figli”

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Il nodo, soprattutto dopo il dissequestro delle sedi deciso dal Gip del Tribunale di Avellino, è il regolare pagamento degli stipendi dei 35 lavoratori delle sedi di Nusco e Calitri. Una vertenza che si intreccia con le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il centro e che rende il futuro degli addetti in Alta Irpinia  sempre più incerto. Se fino ad oggi si è lavorato, non di rado, gratuitamente, le terapiste, essenzialmente quelle a partita Iva, non sono più disposte ad andare avanti con sacrifici ad oltranza.

Sono circa 300 gli assistiti che rischiano così di non poter avere continuità nell’assistenza. Un’ipotesi che le famiglie interessate sono intenzionate a scongiurare in tutti i modi. Dall’ultimo incontro è emerso che l’unica strada perseguibile, almeno secondo la Cgil, sarebbe quella di una nuova società o cooperativa che, ottenuto l’accreditamento regionale o stipulata una convenzione col sistema sanitario, possa sostituirsi ai centri che difficilmente riusciranno ad uscire dalla gravissima esposizione debitoria.

Anche oggi, nel corso dell’assemblea, è emerso tutto lo scetticismo dei genitori verso una soluzione che richiede comunque tempi lunghi. Per i loro figli, pazienti dei due centri, anche una sola settimana senza terapie potrebbe avere delle conseguenze  negative.

Le famiglie non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia ed hanno già organizzato un altro incontro per il prossimo fine settimana. Stavolta, però, dovranno essere presenti tutte le istituzioni, a partire da tutti i sindaci dei comuni del locale piano di zona sociale, dalla Regione e dal direttore generale dell’Asl.