Michele De Leo – Ha gettato una pietra nello stagno, ha fatto parlare di sé e suscitato curiosità. Settimane dopo l’annuncio di una ipotetica candidatura per il parlamentino di palazzo Santa Lucia, però, Antonia De Mita non è più tornata sull’argomento. Ma, attraverso la sua pagina Facebook che viene costantemente monitorata, continua a lanciare messaggi precisi, a fare una campagna elettorale in cui non risparmia nessuno. E, soprattutto, non le manda a dire. Fatica, Antonia De Mita, a nascondere la rabbia per una politica che, in Campania, sarebbe assai lontana dai cittadini e che, a pochi mesi dalla competizione elettorale, continua a rinviare pure l’ufficializzazione dei candidati alla carica di Governatore. “In Campania – scrive – nulla è chiaro e me ne dolgo. La presenza dei partiti è quasi aliena rispetto alla gran parte della società, delle immense periferie e dei territori: non c’è un unico filo programmatico”. Antonia De Mita dimostra di non accettare i ritardi e le infinite riflessioni della politica romana, dove la Campania pare essere solo una piccola pedina di una partita a scacchi dove è in palio il futuro del Paese. “Una Regione – aggiunge la primogenita dell’ex Presidente del Consiglio Ciriaco De Mita – in mano all’Ego di chi fa politica da Roma. In fondo, cosa vuoi che sia la Campania”. L’incertezza non aiuta sicuramente ad operare scelte sui territori. De Mita avrebbe definito, ormai da tempo, il suo sostegno al Governatore uscente Vincenzo De Luca ma – nel caso in cui il Partito democratico dovesse convergere su un percorso alternativo – non sarebbe da trascurare l’ipotesi di abbandono al progetto di centrosinistra. Anche se – in tema di “caos”, come ama definirlo Antonia De Mita – il centrodestra non vuole essere da meno rispetto allo schieramento avversario. E, la primogenita del sindaco di Nusco non le manda, ancora una volta, a dire. “Cara Mara – è il suo pensiero rivolto alla Carfagna – tu che sei una donna intelligente, se blocchi una candidatura perché vuoi un nome forte per il centrodestra moderato a tre mesi dalle elezioni, devi scendere direttamente in campo. Diversamente, non si comprende la mortificazione di Caldoro tout court”. Non manca, infine, una nota polemica rivolta ancora al Partito democratico ed a Italia Viva: “se tirate fuori il nome del candidato a maggio e regalate la Campania a Salvini, qualche testa dovrà saltare”.
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