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Verso le amministrative – Il rinvio in Calabria e la risalita dei contagi potrebbero far slittare l’appuntamento elettorale: in Irpinia trenta comuni chiamati al voto

Michele De Leo – Neanche il tempo di brindare al nuovo anno e, soprattutto, dire addio ad un 2020 che tutti sembrano voler dimenticare, è già tempo di parlare di politica e nuove elezioni. Il leghista Antonino Spirlì – presidente facente funzioni della Regione Calabria dopo la dipartita prematura di Jole Santelli – annuncia che i calabresi non saranno chiamati al voto, come previsto, il prossimo 14 febbraio. In attesa del provvedimento che dovrebbe definire la data delle elezioni in Calabria, ad appena un anno dall’insediamento della Santelli sullo scranno più alto, si guarda pure all’importante appuntamento con le amministrative. Nel 2021, infatti, saranno chiamati al voto i cittadini di grandi città come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste ma anche Benevento, Caserta, Salerno, Carbonia, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Rimini, Savona e Varese: un appuntamento che potrebbe rappresentare un fondamentale banco di prova per il Governo e, nell’ottica del centrosinistra, per l’alleanza tra il Partito Democratico ed il Movimento Cinque Stelle. Un’intesa tra i due principali partiti di Governo potrebbe riguardare molte città ma escluderebbe la Capitale: dopo le numerose critiche mosse nei confronti dell’amministrazione, i democrat smentirebbero se stessi assicurando il sostegno al sindaco uscente Virginia Raggi. Nel contempo, però, il partito guidato da Nicola Zingaretti sta facendo di tutto per evitare l’appoggio al leader di Azione Carlo Calenda, il quale potrebbe diventare il maggiore antagonista del primo cittadino in carica. La decisione del presidente facente funzioni della Calabria ma, anche e soprattutto, la risalita della curva dei contagi ed i tempi che appaiono ancora molto lunghi per il vaccino potrebbero convincere della necessità di prevedere uno slittamento anche dell’appuntamento con le amministrative. Le urne dovrebbero aprirsi – secondo quanto previsto finora – tra il 15 aprile ed il 15 giugno. In Campania c’è grande interesse per l’appuntamento amministrativo: Avellino è l’unico capoluogo di provincia in cui non si torna alle urne. Si vota a Napoli – dove, dopo dieci anni alla guida della città, Luigi De Magistris non sarà ricandidato – ma anche a Benevento, Caserta e Salerno dove Clemente Mastella, Carlo Marino e Vincenzo Napoli sono in carica da cinque anni. In Irpinia saranno ben trenta i comuni chiamati al voto: Aiello, Avella, Calabritto, Frigento, Guardia Lombardi, Lacedonia, Lioni, Manocalzati, Montaguto, Montefalcione, Monteforte, Montefredane, Monteverde, Ospedaletto, Pago, Petruro, Pietrastornina, Roccabascerana, Rotondi, San Martino Valle Caudina, Sant’Angelo a Scala, Sant’Angelo all’Esca, Scampitella, Senerchia, Serino, Sperone, Sturno, Teora, Torella e Villamaina. A questi potrebbero aggiungersi altri enti in caso di eventuali scioglimenti anticipati dei consigli comunali entro il 24 febbraio. Dovrebbe essere confermato, invece, l’appuntamento elettorale con le elezioni provinciali – che chiamano al voto solo gli amministratori locali – previste per il mese di marzo dopo il rinvio dello scorso dicembre.   

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