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Veltroni ‘conquista’ Avellino: “Dal Pd il coraggio di cambiare”

Vera e propria standing ovation al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino per l’arrivo di Walter Veltroni. Il leader del Partito Democratico, è stato accolto tra bandiere, applausi, e tanta gente che sfidando anche la pioggia ha assistito anche dall’esterno alla kermesse tramite maxischermo. Una organizzazione curata nei minimi particolari (c’era anche un’addetta che traduceva per i sordomuti), è stata resa particolarmente coinvolgente dallo sfondo verde con il leit motiv della campagna elettorale dell’ex sindaco di Roma. Sul palco tutti i rappresentanti locali del Pd a partire da Enzo De Luca accolto da forti applausi, passando per Vanda Grassi, Rosetta D’Amelio, Gino Anzalone, Pina Picierno, Tino Iannuzzi, Maselli, Arminio, Mannese, Marzullo, il sindaco Galasso, la presidente De Simone e tanti amministratori locali, e con il regista natio di Trevico Ettore Scola attento nel seguire i passaggi di oltre 70 minuti del candidato premier del Pd. Per la cronanca, occorre evidenziare “il saluto” reso da Mario Sena all’esterno del Teatro al leader nazionale del Pd appeno sceso dal pullman. Poi del consigliere regionale si son perse le tracce… Ad aprire la kermesse ci ha pensato la candidata a Campania 2,il sindaco di Greci Donatella Martino che con estrema originalità ha sorpreso i presenti con un saluto di benvenuto in lingua arbereshe, idioma ancora utilizzato – e ultimamente anche valorizzato – nel comune della Valle del Cervaro. Una breve introduzione per poi puntare i riflettori sull’indiscusso ospite del teatro avellinese. La scena è stata tutta per Walter Veltroni che ha messo in evidenza come Avellino nel suo tour elettorale rappresenti comunque una tappa cruciale, a dispetto di chi, qui in Irpinia non c’è mai venuto. Veltroni con la solita ponderatezza e non poca diplomazia (senza mai pronunciare il nome dell’avversario da ‘battere’), ha raccontato le emozioni, le esperienze e l’entusiasmo che lo accompagna nel percorso verso la “vera svolta”. “Il nostro è un Paese meraviglioso, dobbiamo parlare dell’Italia e per l’Italia. Perché viviamo l’urgenza di ritornare ad essere un grande Paese. Non accetto che si dica, da chi ha avuto già responsabilità di governo, che questo è un peso. Servire la nostra Italia è un grande onore. Non una croce ma una missione. La nostra società è crogiolante di valori, ho avuto incontri con tutte le classi sociali ed è evidente l’errore in cui molti sono caduti: non c’è alcuna divisione, infatti, tra padroni e operai. Sono convinto che un politico debba necessariamente trasmettere ottimismo, perché soltanto così possiamo prepararci ad una grande stagione di innovazione”. E l’entusiasmo davvero non è mancato mentre tra ripetute interruzioni e scroscianti applausi Veltroni ha continuato: “C’è bisogno di qualcosa di nuovo che dall’altra parte non vedo. Abbiamo avuto il coraggio di cambiare, altri ancora ci presentano lo stesso copione di quindici anni fa”. E non manca l’appello contro la camorra, argomento per cui il leader romano non ha mostrato volontà di compromesso ma un deciso pugno di ferro: “Votino per chi vogliono ma non il Pd, perché noi li vogliamo annientare”. Passaggio d’obbligo verso la ‘questione meridionale’, un abisso che la storia, il tempo e i provvedimenti vecchi e nuovi non hanno saputo colmare: “Le condizioni per lo sviluppo esistono. Sicilia, Campania, Calabria e Puglia devono far crescere il Pil, il nostro è un programma idealista ma l’unico in grado di essere concretamente realizzato”. L’attenzione scandisce il tempo e il suo discorso diventa più diretto e tocca i cuori dei presenti. “C’è bisogno di un linguaggio semplice, che parla all’opinione pubblica. Gli italiani vogliono semplicità e tempi certi. Lo Stato deve fidarsi dei cittadini e contestualmente occorre rendere più fluida la macchina amministrativa. Cancelleremo le 5000 leggi entro la fine del 2008, mentre nel 2010 porteremo il pacchetto a 2000 leggi”. E fa un esempio: “Un ufficio dovrà necessariamente dare una risposta ad un cittadino entro trenta giorni”. Spazio anche alla questione calda del momento: il problema rifiuti va necessariamente risolto creando le giuste condizioni. Stessa determinazione quando tocca il tema ‘sanità’, che qui in Campania “subisce le maggiori interferenze politiche”. Veltroni non si nasconde. Anzi. Senza peli sulla lingua annuncia che “la politica può nominare il Ministro, l’assessore ma non andare oltre…poi basta. Il resto della catena deve essere completato con la società, tenendo presente la meritocrazia, per far emergere il talento e non l’amico dell’amico”. Infine prende l’impegno di investire maggiormente nella scuola. “La formazione scolastica è fondamentale nella vita, oggi viviamo in una emergenza educativa. Ciò che fa vedere la Tv di educativo ha ben poco”. E via agli applausi, per Walter “un’Italia nuova si può fare”… e perché no, ad “un’Irpinia nuova si può aspirare”. Un Veltroni convincente e di grande impatto sul “popolo” della gente accorsa in massa ad ascoltarlo. Nessun cenno a Berlusconi, nessun cenno a Ciriaco De Mita, poche polemiche e grande ottimismo trasmesso con intelligente persuasione e pacatezza. Il politico e giornalista Veltroni anche da Avellino ha lanciato la sfida per l’Italia del futuro sui paletti del valore – il talento, il merito e il giusto rigore . Concetti che la gente in primis e poi gli addetti ai lavori sembrano aver compreso. Il messaggio della simpatia alla fine ha ottenuto l’apprezzamento per un modo nuovo di far politica, con il coraggio di cambiare.

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