Avellino – Da tempo l’opposizione in consiglio comunale punta il dito contro un sindaco, a loro dire, schiavo della sua maggioranza e del suo partito. Paolo Foti secondo le ultime dichiarazioni di Giancarlo Giordano sarebbe con le mani legate, vittima dei mal di pancia interni al Partito Democratico sempre pronto a celebrare inesauribili congressi che non fanno altro che alimentare ulteriori litigi e rivendicazioni.
Sulla scorta di un’analisi impietosa il deputato di Sel ha lanciato un out out al primo cittadino, chiedendogli di azzerare la giunta o di dimettersi. Una sfida quella di Giordano che ovviamente ha fatto discutere anche se la capogruppo del Pd in consiglio comunale Ida Grella ha sempre ribadito l’appoggio del partito al sindaco Foti.
Tuttavia secondo la consigliera Nadia Arace una riflessione a quasi un anno dalle elezioni, va affrontata: “Credo che prescindere dalle contingenze amministrative sia necessaria una valutazione per temi e obiettivi raggiunti. A distanza di un anno come è giusto che sia, si deve ragionare sulle cose fatte e sulle cose da fare. Solo dopo un’analisi di questo tipo qualora sia opportuno, si procederà ad una rimodulazione della giunta, che resta a mio avviso uno strumento per l’attuazione degli obiettivi politici dettati dal consiglio comunale”.
Nadia Arace rinnova il suo appoggio al sindaco Foti, ma questo per lei non vuol dire nascondere i problemi con cui quotidianamente lotta il Partito Democratico e che spesso finiscono per ripercuotersi sull’attività amministrativa. “Il Pd è notoriamente un partito vivace che vive di competizioni congressuali, ma il punto vero è un altro: ovvero al capacità che abbiamo noi come dirigenti di partito di imprimere all’interno della comunità partitica un metodo differente che pressi l’amministrazione non rispetto a nomi, o a potentati, ma rispetto ai temi e agli obiettivi da raggiungere. Credo che su questo i consiglieri comunali che si agitano dovrebbero rilanciare il loro impegno all’interno del Pd”.
Quello dell’Arace è uno di quei nomi tra i più accreditati per un ingresso in giunta, dunque qualora ci fosse un rimpasto potrebbe ricomparire tra i papabili. Su questa ipotesi conclude: “Rinnovo il discorso del metodo, se il metodo è condiviso sugli obiettivi da raggiungere il sindaco ha tutta l’autorevolezza di decidere in totale autonomia. A me interessa capire quale è la linea politica e quali gli obiettivi da raggiungere nell’interesse del buon governo della città”. (di Rosa Iandiorio)
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