I comitati a difesa della Valle del Sabato non si fermano e dopo la riuscita manifestazione del 27 agosto, vanno avanti con la loro opera di sensibilizzazione e denuncia.
Il Comitato “Salviamo la nostra Valle del Sabato” chiede un incontro al presidente della Regione Vincenzo De Luca perché, spiega il dottor Franco Mazza “… siamo convinti che una partita importante sta per giocarsi sul futuro di Pianodardine in ordine all’impiantistica per il ciclo integrato dei rifiuti, questione che va ben al di là dell’ordinanza Gambacorta. Siamo anche convinti che la Regione Campania ha una funzione importantissima in ordine ad autorizzazioni e controlli in materia ambientale”.
Chiare le motivazioni alla base della richiesta: “La Valle del Sabato ed in particolare Pianodardine, con i suoi numerosi insediamenti industriali, rappresenta senza dubbio una rilevante risorsa in termini di occupazione per la provincia di Avellino ma essi pongono, nel contempo, rilevanti problemi di impatto ambientale soprattutto per la vicinanza degli opifici ai centri residenziali. La contiguità tra nucleo industriale e nuclei abitativi è diventato nel corso degli anni un problema sempre più complesso e di difficile soluzione. Pertanto sarebbe auspicabile – si legge nella missiva inviata alla segreteria del Governatore – mettere in atto scelte che vadano ad alleggerire l’attuale pressione antropica dovuta agli impianti esistenti. Nel 2001 l’insediamento dello STIR nella zona ASI di Pianodardine ha notevolmente peggiorato la qualità di vita delle migliaia di persone che abitano nelle vicinanze dell’impianto. Va inoltre osservato, che i cittadini dei comuni di Avellino (Pianodardine e Borgo Ferrovia), Montefredane, Manocalzati, Atripalda, Pratola Serra e Prata P.U., nel corso degli ultimi anni fino ad oggi, sono spesso costretti a convivere con rumore assordante anche di notte e con la presenza di sgradevoli ed insopportabili cattivi odori, causa di difficoltà respiratorie soprattutto nei bambini. Parliamo di una popolazione maggiormente esposta di circa 30 mila abitanti.
L’ARPAC nel descrivere l’inquinamento della Valle già nel lontano 2005 affermava che siamo di fronte ad un inquinamento diffuso per tutte le matrici indagate (Aria, Suolo, Sottosuolo, Acque Superficiale e Fiume Sabato), sollecitava gli organi competenti ad ulteriori indagini sulla zona e di progettare opportune strategie per la minimizzazione degli impatti esistenti. Dopo ben 11 anni i suggerimenti forniti da ARPAC sono stati
completamente disattesi. Vale ricordare che già nel Piano Regionale di Risanamento e di Mantenimento della Qualità dell’Aria (Regione Campania, 2007) l’Area Avellinese ed Atripaldese sono state segnalate come “zone di risanamento” per il biossido di azoto, con indicazione dei comuni di Avellino e Atripalda in cui si verificavano “superamenti”. L’associazione “Salviamo la Valle del Sabato”, interpretando un diffuso ed evidente malcontento, contrassegnato spesso da esasperazione, mostrato pacificamente ma “rumorosamente” nella grande manifestazione popolare Arcella-Pianodardine dello scorso 27 agosto, ritiene che la nostra Valle, che Lei ben conosce, non sia nelle condizioni di ospitare ulteriori impianti per lo smaltimenti dei rifiuti urbani provenienti da tutta la provincia di Avellino e contemporaneamente sopportare da sola tutti i disagi e i rischi relativi all’ubicazione dei suddetti impianti. A nostro parere è opportuno, quindi, che l’impiantistica necessaria sia opportunamente dislocata su tutto il territorio provinciale. Alla luce dei fatti esposti, l’associazione, Le chiede un incontro per poter discutere con Lei sia del problema dello smaltimento dei rifiuti nella Valle del Sabato, sia del grave problema di inquinamento ambientale che ci affligge da anni. Il suo aiuto ci è indispensabile per poter iniziare finalmente un’opportuna opera di tutela e risanamento che sappia conciliare le esigenze del mondo del lavoro, il rispetto dell’ambiente e della salute umana”.