“Nessun ventenne merita di morire – scrive su Fb Marina, la presidente dell’Erasmus Network Student di Bergamo – nessun ventenne in Erasmus merita di morire. Lontano da casa e parenti. Dopo aver visto i genitori per l’ultima volta a Natale o in una conversazione Skype. Quando per la prima volta il mondo non sembra così grande e i confini raggiungibili. Quando ci si sente adulti e la lavatrice non è più una minaccia. Quando si comincia a sentire la libertà sulla pelle e a capire il significato di responsabilità. Quando apprezzi le telefonate dei tuoi genitori e ti manca la mamma, l’odore di casa tua, le mangiate della domenica. Nessun Erasmus merita di morire. E per noi, che mettiamo l’anima nel rendere la loro esperienza, l’Esperienza della Vita, questa è la più grande delle sconfitte. La più grande tristezza. Siamo con voi. Lo siamo sempre.”
Sette delle 14 vittime della tragedia che si è verificata all’alba di ieri sull’Autostrada AP-7 in Spagna erano italiane, tra esse Valentina Gallo, 22enne residente nel fiorentino ma originaria di Vallata, paese della provincia di Avellino.
Il chilometro maledetto, il 333 della AP-7 a Freginals, l’hanno ribattezzato i sindaci della comunità catalana, ovvero quel tratto di autopista dove nel recente passato si sarebbero verificati decine e decine di sinistri stradali e dove, alle ore 6 di domenica, ha trovato la morte anche la studentessa Erasmus di origini irpine.
Valentina studiava da quasi due mesi a Barcellona, entusiasta della nuova esperienza come i tanti studenti Erasmus italiani ed irpini che ogni anno raggiungono varie città europee per un periodo fatto di nuove esperienze culturali ed umane, inseguendo un modo di guardare il mondo e se stessi da un’altra prospettiva.
E’ il caso di Sabatino Barone, studente di Montefusco (Avellino) che l’anno scorso ha frequentato l’Erasmus in Spagna, precisamente a Pontevedra, una città della Galizia a Nord Ovest del Paese.
“La tragedia occorsa stamane mi ha scosso non poco – racconta lo studente ad Irpinianews – sapere che dei ragazzi che affrontavano con spensieratezza una escursione ignari di andare incontro alla morte è a dir poco inquietante. Presi parte anch’io ad un viaggio organizzato dall Esn (erasmus student network-associazione di volontari a supporto degli erasmus). Eravamo una cospicua comitiva diretta ad Oviedo, nelle Asturie. Quanto accaduto oggi mi fa provare tristezza ed esprimere cordoglio, si è impotenti di fronte a eventi di questo tipo.”
“Per quanto riguarda il mio Erasmus – continua – ho trascorso un periodo di un anno circa in una località della Galizia (nord-ovest della Spagna) chiamata Pontevedra. Si tratta di una città di oltre centomila abitanti situata proprio sull’Oceano atlantico. Familiarizzare col posto non è stato difficile. Ricordo molto nitidamente i primissimi giorni. Ero alla ricerca di un appartamento e il compito era tutt’altro che facile; quando sono partito infatti non conoscevo neanche una parola di spagnolo nè saluti e frasi idiomatiche. Eppure l’ignoto mi ha coinvolto, ogni cosa che facevo era totalmente nuova: abitudini, gastronomia, atteggiamenti, clima, stile di vita. In realtà ancora oggi credo sia davvero arduo provare a spiegare cosa voglia dire fare l’Erasmus. E’ un esperienza per cui ancora non esistono le parole giuste. Della Spagna mi porterò sempre dentro il modo di vivere, gioviale e per nulla delirante. La vita è vissuta con meno turbamenti e maggiore beatitudine. Per chi ha provato questo tipo di esperienza oggi è un giorno triste, veramente triste” – ha concluso Barone.
Cordoglio e commozione anche da parte di Andrea Manganiello, ex Erasmus ed irpino doc che commenta così l’accaduto:
“Quando cala il sipario sullo spettacolo della vita, e specialmente quando senti che quella vita è cosi simile, cosi inestricabilmente legata al tuo vissuto, è inevitabile provare quella maledetta sensazione di sconforto che ti pervade da cima a fondo e ti catapulta nei meandri dell’impotenza, perché è vero, sì, di fronte a taluni accadimenti non c’è niente da fare! Apprendere la notizia di una morte affannata è già di per sé difficile da deglutire, quando poi sono persone che hanno più o meno la tua stessa età, la tua stessa voglia di conoscere e farsi conoscere, di intraprendere un “viaggio nel viaggio” come amo definire il progetto Erasmus, è proprio in questi casi che si scava a fondo nel proprio io per cercare la forza di continuare ad alzarsi la mattina. Mi sento vicino alle famiglie che sono state vittime di questa tragedia imprevedibile, auguro loro di riuscire a superare questo momento senza lasciarsi scalfire dai tentacoli dell’incomprensione ed accettare con consapevole fermezza d’animo la triste realtà che si è scatenata su di loro.”
“Tornando al progetto Erasmus – continua Manganiello – beh, bisogna proprio dirlo, è un’esperienza che ti cambia la vita…avere la possibilità di confrontarsi con altre lingue, altre culture, altre tradizioni non può far altro che accrescere in modo esponenziale il proprio background, tirar fuori una inaspettata predisposizione ad una multietnica visione delle cose, un arricchirsi continuo sotto lo stimolo della diversità, che tanto affascina quanto può far paura.
La mia esperienza mi ha portato a Santiago de Compostela, una città racchiusa sotto una nube di magia che ti permea la pelle e sin dal primo giorno senti che qualcosa si sta innestando, sta diventando parte di te, e tu, teneramente, non fai altro che lasciarti trasportare da quella calda corrente. Durante la mia permanenza continuamente venivano organizzati mini-tour a prezzo modico dalle varie associazioni presenti sul posto, tappe di pochi giorni, ma pregne d’entusiasmo e di sana euforia, durante le quali si consolidavano i legami che pian piano nascevano e che ancora oggi, dopo anni, continuo gelosamente a coltivare. Pensare che una tale indescrivibile senonché meravigliosa esperienza si sia tramutata in una drammatica tragedia mi fa rabbrividire. A volte la vita è brutale eppure bisogna saper accettarla così com’è. A loro i miei pensieri dedico e prego Dio affinché prenda in consegna le loro giovani anime e le custodisca nel regno dei cieli, laddove terreno e ultraterreno felicemente convivono”.
“Ho letto e riletto del terribile incidente – scrive Sara su fb – ho pensato mille volte che sarebbe potuto accadere anche a me. Mille i viaggi durante il mio Erasmus. Mille i viaggi con Erasmus Student Network da organizzatrice, da RL, da Segretario Nazionale, da semplice ospite. Mille le emozioni, i volti, i colori, i profumi legati a quegli anni. Mille i motivi per descrivere quanto ingiusto sia morire…morire in questo modo…Mille gli abbracci per gli amici e i parenti delle vittime…Fatalità, Destino, Coincidenze…non dovrebbe accadere….punto! Erasmus once, Erasmus forever.”