La nota di FpCgil Avellino: “Per la Cgil vaccinarsi è un atto di responsabilità. Per questo motivo è necessario che, nel minor tempo possibile, venga sottoposto a vaccinazione il maggior numero possibile di cittadine e cittadini. Di fatto, per la Cgil, deve essere assicurata con la massima capillarità e trasparenza una campagna vaccinale che veda il coinvolgimento consapevole dei cittadini e delle cittadine, attraverso un’informazione adeguata e diffusa che renda omogeneo su tutto il territorio nazionale il diritto alla corretta informazione e alla tutela della salute. È importante fare presto e bene. A tal proposito, preoccupano i ritardi che già in questi giorni si segnalano sia nella distribuzione dei vaccini sia nelle modalità con cui il piano di vaccinazione viene implementato. Un allarme lanciato dal Segretario Generale della Fp Cgil di Avellino, Licia Morsa, dal Responsabile Provinciale, dott. Panico, e dal Responsabile Az.le, dott. Pisapia. “LA Fp Cgil – dichiarano – esprime perplessità sulla tabella regionale relativa alla priorità di somministrazione del vaccino alle categorie sanitarie più esposte e sull’organizzazione prevista dalla ASL AV”. Di fatto, la priorità indicata dall’Unità di Crisi Regionale nel Piano Regionale Campagna di Vaccinazione Anti SARS-Cov-2/COVID 19- FASE I apre il fianco a critiche che coinvolgono anche la gestione del vaccino in ambito ASL AV. “Sono state completate le vaccinazioni di tutti gli operatori sanitari, non sanitari ed amministrativi dei Presidi Ospedalieri (anche quelli Covid free) di competenza della ASL AV, ivi compresi il personale delle strutture private accreditate insistenti nei succitati Ospedali (senza escludere nessuno) e a tutt’oggi per il servizio 118 (circa 350 operatori tra personale medico, infermieristico e volontario) non esiste nemmeno una data certa”. E’ una questione etica. “Non è tanto essere vaccinati qualche giorno prima o dopo – continuano Morsa, Panico e Pisapia – quanto dover rilevare come il servizio 118 stia a cuore alla Regione Campania ed alla Direzione Strategica Aziendale”. Il 118, senza tema di smentite, nella seconda fase della pandemia si è dovuto fare carico di tutta l’assistenza territoriale, considerato il ridimensionamento delle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) e il poco coinvolgimento dei medici di Medicina Generale a trattare i pazienti a casa. Il trattamento domiciliare dei pazienti covid positivi ed il trasporto di quelli che necessitano di ospedalizzazione passa esclusivamente per il servizio 118 che si trova a dover reggere il peso di una situazione che rischia di esplodere considerata la cronica carenza di figure professionali. “Come al solito siamo a disposizione per ogni utile confronto – concludono Morsa, Panico e Pisapia – La trasparenza, la partecipazione e la collaborazione non solo sono alla base della democrazia, ma consente anche di raggiungere migliori risultati”. Nei fatti, non si escludono azioni di mobilitazione sia a livello aziendale che regionale”.