Usura all’imprenditore caudino, il teste: mai consegnato soldi a Caliendo

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SAN MARTINO VALLE CAUDINA- “Ho consegnato tre o quattro volte i soldi a Marino ma mai a Caliendo”. E’ quello che questa mattina ha raccontato, rispondendo alla domande del Procuratore Aggiunto (pm della Dda che aveva coordinato le indagini) Francesco Raffaele uno dei testi della lista della Procura nel processo a carico di Caliendo Clemente attualmente ai domiciliari per la vicenda giudiziaria nata da un’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e della Dda di Napoli, difeso dall’avvocato Valeria Verrusio. Il processo davanti al Tribunale Collegiale di Avellino presieduto dal giudice Sonia Matarazzo per concorso in usura aggravata (il metodo mafioso e’ caduto gia’ in sede di Riesame). Davanti ai giudici di Avellino oggi e’ comparso un collaboratore dell’imprenditore della zona caudina vittima di usura, che era stato ascoltato a sommarie informazioni dai Carabinieri. Come gia’ accaduto per lo stesso imprenditore sentito in aula, anche il suo collaboratore ha parzialmente corretto il tiro rispetto anche ad alcune “contestazioni” fatte dal pm Raffaele sulla base dei verbali resi ai Carabinieri.”Ho accompagnato-ha spiegato rispondendo al pm- a casa di Caliendo ma io aspettavo in macchina e non ho mai saputo il motivo per cui veniva a San Martino Valle Caudina. Non ho mai detto che era per dilazionare i pagamenti delle rate di usura e gli interessi”. E quando gli e’ stato chiesto perche’ chiamassero lui ha spiegato: “Non trovavano al e allora chiamavano me.”. Molti “non ricordo” anche alle domande della difesa. La settimana prossima intanto ci sara’ una nuova udienza nella quale verra’ ascoltato uno degli investigatori che ha redatto l’ok informativa, due testimoni della difesa e lo stesso imputati. Per la stessa vicenda di usura Gerardo Marino e’ stato condannato in primo grado dal Gup di Napoli , cognato del defunto boss Pagnozzi, per la stessa vicenda e’ stato assolto dal Gup Paolo Pagnozzi.